Bruxelles – Non solo Canada e Bce. La banca nazionale di Ottawa e la banca centrale europea sono state le prime ad anticipare scelte, quelle sul taglio dei tassi di interesse (11 dicembre e 12 dicembre, rispettivamente), che adesso in tutti i continenti si è pronti a seguire. La settimana che si apre è all’insegna della riduzione del costo di prestito del denaro alle banche, con tutte le ripercussioni positive in termini di costo di mutui e prestiti per famiglie e imprese. C’è chiaramente attesa per le scelte della Fed, con la massima banca degli Stati Uniti che dovrebbe annunciare un taglio mercoledì (18 dicembre). A seguire sarà la volta delle banche centrali di Giappone (19 dicembre) e Cina (20 dicembre). In Asia potrebbero essere annunciati ribassi a Pechino, ma non a Tokyo, dove è probabile una scelta di tassi invariati per nuovi rialzi con il nuovo anno.
La tendenza è generale e generalizzata. Le scelte operate dalle principali economie mondiale e regionali hanno inevitabilmente un effetto traino su altri Paesi, e così sempre questa settimana ci si attende un taglio di 0,25 punti base anche in Indonesia e nelle Filippine. Diverso il caso della Thailandia, dove invece si dovrebbero lasciare i tassi invariati. Neppure in Australia si esclude di poter ridurre i tassi. In Europa è già stato annunciato il possibile taglio dello 0,25 per cento dei tassi di interesse in Svezia, mentre la Norvegia (Paese non Ue ma all’interno dell’area economica europea) è orientata per lasciare le cose come stanno.
Queste decisioni annunciate e attese si aggiungono a quelle già acquisite in altri quadranti del mondo. Corea del Sud e Nuova Zelanda hanno già operato i loro tagli dei tassi a fine novembre, e nelle prossime settimane anche l’India potrebbe ragionare ad un allentamento delle politiche monetarie.
Cosa significa un taglio dei tassi di interesse
La riduzione dei tassi di interesse altro non è che la decisione di diminuire il costo a cui le banche centrali prestano soldi alle banche. Avere più denaro diventa più economico, e questa economicità viene trasferita ai clienti (cittadini e imprenditori) nel momento in cui vengono richiesti prestiti. Diventa in sostanza più conveniente e quindi più attraente accendere mutui e fare investimenti.
Azioni e obbligazioni
A proposito di investimenti, una riduzione dei tassi di interesse ha ripercussioni sulle scelte di chi vuole investire una parte dei propri risparmi. Meglio azioni o obbligazioni? Nel caso di specie la scelta di ridurre il costo di prestito del denaro sposta il denaro. Le azioni diventano più attraenti delle obbligazioni, con risparmiatori più propensi a investire sul mercato azionario. Questo perché le obbligazioni vedono ridotto il loro rendimento a dispetto di titoli azionari che possono fruttare maggiori profitti.
Il taglio dei tassi per il debito pubblico
Una riduzione dei tassi di interesse premia anche i governi, che vedono ridotto l’interesse da pagare sul rendimento dei propri titolo di debito sovrano. Per Paesi come l’Italia, ad elevato livello di debito pubblico in rapporto al Prodotto interno lordo, la riduzione dei tassi allevia l’onere di ripagamento del titoli al portatore.