Bruxelles .- Eurobond per la difesa, indietro tutta. Adesso gli Stati membri dell’Ue ci ripensano, a cominciare dalla Germania che si sfila da un’idea che sembrava farsi concreta non più tardi di un mese fa. “Dovremmo concentrarci di più sulle idee, sulle cose da fare. Pensiamo che sia meglio delle discussioni astratte sugli Eurobond per il finanziamento della difesa“, taglia corto il ministro delle Finanze tedesco, Jorg Kukies, al suo arrivo a Bruxelles per i lavori dell’eurugruppo.
Neppure aumentare la linea di credito dell’Ue per il finanziamento e il sostegno a politiche di settore e settore appare una buona idea per il ministro di Berlino. “Abbiamo la Banca europea per gli investimenti (Bei), e lo Strumento per la pace, esempi concreti” di come investire nella sicurezza e nella difesa.
La Germania dunque frena, e non poco, su nuovi strumenti di debito comune per finanziare quella che comunque è avvertita coma la nuova sfida e la necessità di questa legislatura europea. Una chiusura che inevitabilmente si ripercuote sull’agenda dei lavori a dodici stelle, a cui si aggiungono i veti olandesi.
“Ho visto molte idee diverse su questo tema, ma non ho visto alcuna proposta concreta“, taglia corto Eelco Heinen, ministro delle Finanze dei Paesi Bassi, anche lui interrogato sulla questione eurobond e su cui spende questa frase, secca ma chiara, che lascia intendere come per il governo del suo Paese la questione non si ponga.
Germania e Paesi Bassi tornano a guidare il gruppo dei cosiddetti ‘frugali’, i membri dell’Ue e contrari a politiche di spesa pubblica allegra, men che meno se comune.