Bruxelles – Cresce di poco, a fatica, l’eurozona nel terzo trimestre dell’anno. Crescita ‘zero’ e poco più, per un rimbalzino dello 0,4 per cento rispetto al semestre precedente. A rilevare l’anemia dei Paesi Ue con la moneta unica Eurostat, nei dati di fresca pubblicazione. Si tratta di stime preliminari, non consolidate, che potrebbero essere anche riviste nelle prossime settimane, ma che intanto confermano le difficoltà comunque già evidenziate dalla Commissione europea per prospettive e performance.
La fotografia scattata dall’istituto di statistica europeo è il classico bicchiere a metà. L’Ue e la sua area dell’euro non viaggiano a vele spiegate, ma i principali competitor non si trovano meglio. Perché, nel paragone fatto da Eurostat nel diffondere le stime preliminari di crescita, nel periodo luglio- settembre 2024 se il Prodotto interno lordo dell’eurozona è cresciuto dello 0,4 per cento rispetto al trimestre precedente, il Pil degli Stati Uniti è cresciuto dello 0,7 per cento, a riprova di un’economia globale debole.
In questo scenario di crescita anemica non riesce a contraddistinguersi l’Italia, che resta al palo registrando ‘zero’, rispetto ai precedenti tre mesi. Una stagnazione economica momentanea che comunque pone l’Italia al penultimo posto per ritmo di crescita trimestrale. Peggio del Belpaese solo l’Austria, addirittura in contrazione (-0,1 per cento).
Nessuna crisi dietro l’angolo, comunque. Le aspettative sono in linea con quanto previsto anche a livello politico, e non solo tecnico. Un rallentamento per la fine dell’anno era stato messo in conto dai ministri economici degli Stati membri, con uno slancio tutto nuovo atteso con il nuovo anno. Dai dati Eurostat sulla crescita trimestrale nessuna sorpresa, dunque. Semmai un nuovo richiamo a fare le riforme che da più parti vengono chieste.