Bruxelles – A tre giorni dal ballottaggio tra il filo-russo Calin Georgescu e la liberale Elena Lasconi per le elezioni presidenziali in Romania, continua a tenere banco il presunto ruolo giocato dalla piattaforma social TikTok nell’exploit del candidato di estrema destra. Una vicenda che prosegue sull’asse Bucarest-Bruxelles: venuta a conoscenza delle informazioni declassificate dal presidente rumeno uscente, Klaus Iohannis, che indicano un’interferenza straniera da parte della Russia, la Commissione europea ha deciso di marcare stretto il social network cinese.
L’esecutivo Ue ha ordinato a TikTok – che fa parte delle grandi piattaforme che sul territorio europeo devono sottostare alla nuova legge sui servizi digitali (Dsa) – di congelare e conservare tutti i dati relativi ai rischi sistemici “reali o prevedibili” che la piattaforma potrebbe innescare nei processi elettorali. In sostanza, TikTok dovrà conservare documenti e informazioni interne riguardanti da un lato la progettazione e il funzionamento dei suoi sistemi di raccomandazione, dall’altro il modo in cui affronta il rischio di manipolazione intenzionale attraverso “un uso coordinato non autentico del servizio”.
Per vederci chiaro sulle rivelazioni dell’intelligence di Bucarest, che descrivono come contenuti a pagamento a sostegno di Georgescu siano stati promossi su TikTok senza essere contrassegnati come a scopo elettorale, Bruxelles ha ordinato la conservazione “di documenti e informazioni riguardanti qualsiasi violazione sistematica dei termini di servizio di TikTok che vietano l’uso di funzioni di monetizzazione per la promozione di contenuti politici” sulla piattaforma.
L’intelligence rumena sostiene che la campagna per spingere l’allora semisconosciuto Georgescu “è stata coordinata da un attore statale“, e che la sua improvvisa e sorprendente impennata di popolarità sarebbe dovuta ad un azione “altamente organizzata” sui social network, attraverso l’utilizzo di influencer e di profili fake per amplificare la condivisione dei messaggi.
Alla richiesta di Bruxelles ha risposto immediatamente il social network cinese: “Abbiamo già collaborato con la Commissione e continueremo a farlo – ha dichiarato TikTok -, non vediamo l’ora di stabilire i fatti alla luce di alcune speculazioni e notizie imprecise che abbiamo visto”.
“Un passo fondamentale per aiutare gli investigatori a stabilire i fatti – ha commentato Henna Virkkunen, neo-vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la Sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia -, che si aggiunge alle nostre richieste formali di informazioni che cercano di ottenere informazioni in seguito alla declassificazione di documenti segreti avvenuta ieri”. Bruxelles ha tuttavia precisato che la decisione “riguarda l’esercizio delle competenze della Commissione ai sensi del Digital Services Act“, e non ha nulla a che vedere con lo svolgimento del processo elettorale rumeno, “di competenza delle autorità nazionali e, in ultima analisi, del popolo rumeno”.
L’ordine di conservazione riguarda infatti le elezioni nazionali nei Paesi membri dell’Unione europea tra il 24 novembre 2024 e il 31 marzo 2025. Dalle legislative in Irlanda della settimana scorsa, passando per l’appuntamento elettorale di fine anno in Croazia fino alle elezioni anticipate in Germania, previste il 23 febbraio 2025. È chiaro però che i riflettori sono accesi su Bucarest, che domenica 8 dicembre conoscerà il prossimo presidente della Repubblica in un clima tutt’altro che disteso. Un’eventuale vittoria di Georgescu rischia di avvicinare la Romania a Mosca, allargando il fronte di chi chiede la fine del sostegno incondizionato di Ue e Nato all’Ucraina.
Il primo ministro rumeno uscente, Marcel Ciolacu – rimasto fuori dalla corsa presidenziale per poche migliaia di voti – ha ora annunciato che “appoggerà pienamente” la liberale di centro destra Elena Lasconi. Ed ha aggiunto, attaccando Georgescu: “Spero che, sulla base delle prove pubblicate, le autorità statali prendano provvedimenti adeguati e che tutti i responsabili siano chiamati a rispondere”.