Bruxelles – Uno dei pesi massimi della politica belga è finito al centro di un’indagine su un possibile giro di riciclaggio di denaro sporco, andato avanti per anni e sul quale le autorità federali stanno lavorando da diversi mesi. Didier Reynders, più volte ministro e successivamente commissario europeo alla Giustizia nel primo Collegio guidato da Ursula von der Leyen, è stato interrogato dalla polizia belga e le sue abitazioni sono state perquisite nella giornata di ieri (3 dicembre), ma non è ancora chiaro se siano state trovate prove incriminanti.
La notizia l’hanno data per primi Le Soir e Follow the Money, che hanno ottenuto l’esclusiva dagli inquirenti belgi. La sezione Ecofin della polizia giudiziaria federale della capitale ha perquisito Reynders martedì mattina e l’ha interrogato nel pomeriggio, mentre durante la giornata sono stati condotti dei sopralluoghi anche nelle sue abitazioni, una a Uccle, a sud di Bruxelles, e una vicino a Vissoul, nelle campagne vallone tra Liegi e Namur. Le autorità non hanno reso noto se durante le perquisizioni sia stato rinvenuto del denaro contante.
I sospetti di riciclaggio
L’ipotesi di reato è quella di riciclaggio di denaro tramite gioco d’azzardo. Nello specifico, Reynders è sospettato di aver acquistato una notevole quantità di biglietti della lotteria per un periodo di tempo prolungato e per una somma di denaro che si presume elevata, anche se non se ne conoscono le reali dimensioni.
I biglietti in questione sono dei voucher elettronici dal valore variabile compreso tra 1 e 100 euro, acquistabili in qualunque punto vendita della Lotteria nazionale. Secondo le informazioni emerse dalle indagini preliminari, almeno parte dei biglietti sarebbe stata acquistata tramite denaro contante, mentre le vincite sarebbero state versate sul conto digitale intestato all’ex commissario presso la Lotteria nazionale, e da lì trasferite sul suo conto corrente personale.
Tutto è iniziato con le segnalazioni dell’Unità di elaborazione delle informazioni finanziarie (Ctif) e della Lotteria nazionale stessa, la quale è stata sotto la guida proprio di Reynders tra il 2007 e il 2011. L’indagine, avviata l’anno scorso dal procuratore di Bruxelles Frédéric Van Leeuw, copre in realtà un periodo successivo, di cui non si conosce l’inizio ma che arriva fino almeno al 2023, quando Reynders faceva parte della prima squadra di von der Leyen già da quattro anni.
La questione dell’immunità
La polizia federale, spiega la stampa, ha aspettato che Reynders terminasse il suo mandato perché altrimenti avrebbe dovuto chiedere al Collegio di sospendere l’immunità al commissario belga, offrendogli di fatto un vantaggio durante l’indagine. Questo dettaglio è stato confermato oggi (4 dicembre) dai portavoce dell’esecutivo comunitario, i quali hanno spiegato che i commissari dispongono di un’immunità funzionale che copre gli atti da loro compiuti in veste ufficiale, nell’interesse dell’Unione. Tale immunità continua ad essere valida, hanno sottolineato, anche dopo che lasciano l’incarico, ma quali atti ricadono effettivamente nel suo campo di applicazione va definito caso per caso.
Come stabilito dall’articolo 245 del trattato sul funzionamento dell’Ue (Tfue), in caso si accerti una violazione degli obblighi che incorrono sui membri del Collegio la Corte di giustizia europea può, su richiesta del Consiglio o della Commissione, “pronunciare le dimissioni d’ufficio” del commissario oppure “la decadenza dal diritto a pensione” o da altri “vantaggi sostitutivi”. Ad ogni modo, hanno assicurato ai giornalisti i portavoce, il Berlaymont non era in possesso di alcuna informazione sulle presunte attività illegali portate avanti da Reynders e finora non è stato contattato dagli inquirenti, con i quali tuttavia garantisce piena collaborazione se del caso.
Ciononostante, Reynders gode comunque dell’immunità residuale da ministro, la quale gli ha permesso di sottoporsi all’interrogatorio senza venire privato della libertà personale. Nel caso in cui il procuratore decidesse di incriminare l’ex membro del governo federale, dovrà richiedere alla Camera dei rappresentanti di revocare l’immunità.
Chi è Didiers Reynders
Reynders è un pezzo da novanta del Mouvement réfourmateur (Mr), uno dei principali partiti liberali del Belgio francofono di cui fanno parte anche il premier uscente Alexander De Croo e l’ex presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Prima di ottenere il portafoglio della Giustizia nel primo Collegio von der Leyen, ha ricoperto ininterrottamente la carica di ministro nel governo belga per vent’anni, dal 1999 al 2019: prima come titolare delle Finanze (1999-2011) e successivamente come responsabile degli Affari esteri.
Ha tentato per due volte di diventare segretario generale del Consiglio d’Europa (il principale organo di rispetto dei diritti umani nel Vecchio continente, con sede a Strasburgo), senza riuscirci. Anziché confermarlo come candidato per il von der Leyen bis, il leader di Mr Georges-Louis Bouchez gli ha preferito l’ex ministra degli Esteri Hadja Lahbib, un esito per cui Reynders ha espresso “profonda delusione”.