Bruxelles – Non si placa la polemica europea sul ruolo di TikTok durante la campagna elettorale per le presidenziali in Romania. La vittoria inaspettata al primo turno del candidato di estrema destra (populista, anti-sistema e filo-Putin) Călin Georgescu ha acceso la polemica riguardo alle responsabilità del social media nel risultato delle elezioni, visto il massiccio uso che il vincente Georgescu ha fatto della piattaforma in campagna elettorale.
Dopo che la Corte costituzionale rumena ha convalidato il risultato del voto, per cui si procede per il ballottaggio tra il Georgescu e la candidata libera Lasconi per l’8 dicembre, il fulcro del problema per l’Ue è capire se TikTok abbia rispettato gli obblighi del regolamento sui servizi digitali (Dsa) o abbia davvero privilegiato il candidato indipendente.
La necessità di trasparenza e di “mitigare i rischi legati alle elezioni, al pluralismo dei media e al discorso civico, che potrebbero essere amplificati da alcuni sistemi di raccomandazione” avevano già allarmato la Commissione europea ad ottobre. Il risultato delle presidenziali rumene ha reso ancora più incombente il dibattito, per cui la Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (Imco) ha incontrato oggi (3 dicembre) i rappresentanti di TikTok per discutere dell’adesione della piattaforma al Dsa europeo e come vengono gestiti gli obblighi relativi alle elezioni.
“TikTok non c’entra nulla con Georgescu”
L’amministratore delegato dell’azienda era stato esplicitamente invitato della leader dei liberali di Renew Valerie Hayer a chiarire la posizione del suo ‘impero social’ sulla questione, ma ha declinato, lasciando l’onere di rispondere alle domande della commissione a Caroline Greer, direttrice delle politiche pubbliche di TikTok, e Brie Pegum, responsabile globale del prodotto, dell’autenticità e della trasparenza.
Le garanzie su sicurezza e trasparenza da parte del social media sono state ampiamente dibattute. I rischi sistemici, relativi a come i contenuti vengono raccomandati, sono uno degli elementi maggiormente rilevanti per il Dsa, che si pone, tra i vari obiettivi, la tutela degli utenti. Non solo il regolamento impone alle grandi piattaforme social di divulgare informazioni sulla trasparenza, ma chiede anche loro di affrontare in modo proattivo i contenuti illegali e i rischi per la società, con l’obiettivo di salvaguardare i processi democratici.
Pegum sulla disinformazione ha subito negato qualsiasi forma di privilegio dato a Georgescu: “Tutti i candidati per le presidenziali in Romania sono stati identificati nel nostro sistema, non c’è stata nessuna differenza tra candidati provenienti da un partito o indipendenti“.
La politica di TikTok sulle elezioni impedirebbe le promozioni a pagamento dei contenuti, come anche la pubblicità politica o le raccolte fondi da parte dei partiti, per evitare interferenze in grado di “ostacolare la capacità di un elettore di prendere una decisione informata“. Sulla base di queste linee guida, da TikTok la posizione è stata netta, dal momento che Georgescu dovrebbe essere stato etichettato come ‘politico’, ricevendo il medesimo trattamento dei suoi avversari.
Perplessità tra gli europarlamentari
Non mollano la presa gli eurodeputati. Alle rappresentanti della piattaforma è stato chiesto di “rendere conto dell’uso degli algoritmi e delle sue politiche di moderazione, garantendo la trasparenza del suo sistema di raccomandazioni in relazione ai recenti processi elettorali in Europa”, dall’europarlamentare di S&d Laura Ballarin Cereza.
Per ora si parla di Romania, ma questo argomento potrebbe tenere banco di fronte a qualsiasi elezione europea. Ai social media si devono applicare delle regole in modo puntuale, soprattutto riguardo ai contenuti proposti, che devono essere verificati. Il contrasto alla disinformazione non passa per la censura di alcune parti politiche o la riduzione della pluralità dei contenuti, bensì attraverso il controllo dei contenuti social. E, nel caso di TikTok, il rischio di trasformare la propria cassa di risonanza in una parabola per fake news rischia di essere molto alto.
Greer di TikTok, tornando sul discorso elezioni, spiega: “Ci sono continuamente elezioni, abbiamo i nostri esperti in loco, che forniscono il contesto politico e le situazioni particolari che si applicano a quella specifica situazione”. Anche in Romania, il social ha ovviamente messo in funzione il proprio team di esperti, considerando anche tra questi coloro che si occupano di filtrare le informazioni verificate.
Da TikTok, quindi, arriva la smentita su tutta la linea della responsabilità di aver favorito un candidato piuttosto che altri, non applicando il Dsa. Visione che sposa alcune voci discordanti nel dibattito, che spezzano una lancia a favore del social, ribattendo che i risultati delle elezioni sono semplicemente l’espressione della volontà dei cittadini. In generale, aleggia molta insoddisfazione in commissione per le risposte ricevute, che sembrano “cordiali e gentili” ma non sincere e, molti eurodeputati presenti, non sembrano proprio credere all'”innocenza” di TikTok.