Bruxelles – Niente fumo neppure all’esterno, al tavolo di bar e ristoranti. Il Consiglio dell’Ue vara la stretta di principio a sigarette tradizionali e sigarette elettroniche nel territorio dell’Unione, lasciando però agli Stati membri la libertà di agire se e come ritenuto appropriato. Un voto, quello giunto in occasione della riunione del consiglio Salute tenuto a Bruxelles, che vede anche le censure di Italia e Romania, che con tanto di nota congiunta messa agli atti criticano l’operato dei partner a dodici stelle per l’implicita inclusione dell’invito a proibire il fumo negli spazi esterni del settore ristorazione.
La questione dei luoghi all’aperto di bar e ristoranti è quella più sensibile, la stessa che ha impedito al Parlamento europeo di adottare una posizione sulla proposta della Commissione. Veti incrociati su emendamenti al testo che hanno indotto i gruppi ad affossare tutto. Viceversa, gli Stati membri vanno avanti. La nuova raccomandazione riconosce la prevalenza e i potenziali effetti nocivi, in particolare per bambini e giovani, dell’esposizione passiva al fumo e agli aerosol negli spazi all’aperto. Questi spazi includono terrazze di ristoranti, parchi giochi, spiagge e trasporti pubblici. Il Consiglio raccomanda pertanto che i Paesi dell’Ue estendano la protezione dal fumo passivo e dagli aerosol per includere una gamma più ampia di luoghi.
Un’altra questione su cui la maggioranza dei ministri per la Salute degli Stati membri si sono detti d’accordo è l’equiparazione delle sigarette elettroniche con quelle tradizionali. Il base al testo adottato in occasione dei lavori i Ventisette sono “incoraggiati a limitare ulteriormente” l’uso delle sigarette di nuova generazione.
“Queste raccomandazioni non sono vincolanti”, sottolinea Peter Takacs, ministro dell’Interno e responsabile per la Sanità dell’Ungheria, Paese con la presidenza di turno del Consiglio Ue. Vuol dire che “gli Stati restano liberi” di decidere come comportarsi.
Italia e Romania tengono comunque il punto. Si contesta un dibattito giudicato frettoloso, senza le dovute valutazioni d’impatto e raccomandazioni generiche che possono generare confusione. Si contesta, in sostanza, la decisione politica. I ministri di Roma e Bucarest comunque fanno presente che non cambierà niente: “Da questo Atto adottato dal Consiglio, per sua stessa natura e portata, non deriva alcun obbligo legale per gli Stati membri di definire adeguatamente la propria legislazione nazionale”.
La Commissione europea comunque esulta per un risultato in un ambito, la salute, di competenza nazionale. “Ogni anno perdiamo quasi 700mila vite nell’Ue a causa del consumo di tabacco e più della metà di tutti i fumatori inizia prima dei 19 anni”, denuncia Oliver Varhely, commissario per la Salute. “L’accordo di oggi è un passo cruciale verso il nostro obiettivo di una generazione senza tabacco in Europa”, nonché “una parte importante del nostro lavoro per affrontare il cancro prevenibile, le malattie cardiovascolari e altre malattie in tutta Europa”.