Bruxelles – Celle sovraffollate, sporche, dalle condizioni igieniche da rivedere. Ora d’aria non sempre garantita, maltrattamenti delle guardie carcerarie. Le prigioni dell’Ungheria destano più di qualche preoccupazione al Consiglio d’Europa, con l’organizzazione internazionale che invita le autorità nazionali ai correttivi del caso e dà forza alla ragioni di Ilaria Salis, l’europarlamentare in attesa di giudizio nel Paese con il rischio di una nuova incarcerazione per il reato di aggressione.
Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (Cpt) ha rilevato maltrattamenti fisici da parte del personale, compresi pugni e manganelli sulla testa e sul corpo, soprattutto nel carcere di Tiszalök. Le guardie carcerarie ordinerebbero inoltre ai detenuti di maltrattare altri reclusi.
Nella speciale relazione redatta si chiede alle autorità del Paese “tolleranza zero” verso ogni forma di maltrattamento nelle carceri, la sospensione del servizio di quanti si siano macchiati di episodi simili e piena e chiara documentazione delle indagini. Non solo. Si fa menzione della necessità di “buona aerazione delle docce comuni” e fare in modo che siano “prive di muffa”. Ancora, si sottolinea la necessità di garantire sempre uno “stato accettabile di pulizia” delle celle, a partire da letti e lenzuola. Richieste che lasciano intendere la situazione registrata dalla delegazione in visita.
Da ultimo, la questione della popolazione carceraria. “Dall’ultima visita nel 2018, in Ungheria è aumentata del 15 per cento, passando da 17.252 detenuti nel 2018 a 19.856 detenuti all’inizio del 2023″, denuncia il rapporto del Consiglio d’Europa. Risultato: a marzo 2023 la capienza ufficiale delle carceri era di 18.142 posti, con un tasso di occupazione medio del 109,5 per cento. Un’altra situazione per cui si chiede di correre ai ripari.