Bruxelles – L’Unione europea oltre l’Europa, ma le normative comunitarie si perdono per il mondo. E’ il caso della Francia e dei suoi territori d’oltremare che, data la loro posizione geografica, non vengono toccati dalla regole anti-geoblocking, la mancata possibilità di vedere serie tv da un Paese dall’altro. Le istituzioni Ue hanno vietato le restrizioni on-line nel 2018, per evitare discriminazioni e creare un mercato unico e armonizzato per i servizi audiovisivi su internet. La Francia però non è solo in Europa. Ben 13 porzioni di territorio francese si trovano in altri continenti, rendendo impossibile l’attuazione di alcune regole comuni, a iniziare dal geo-blocking.
Sono proprio gli europarlamentari francesi (di Rassemblement National) a sollevare il caso, con la Commissione europea costretta a invitare a fare attenzione. Innanzitutto il regolamento sul geo-blocking si applica “all’interno del mercato interno”, ricorda Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile per la Concorrenza nella risposta fornita ai deputati europei. Vuol dire che copre l’area dei 27 Stati membri dell’Ue più Norveglia, Svizzera, Lichtenstein e Islanda. In secondo luogo “l’applicazione della normativa è di competenza degli Stati membri”, i quali “sono tenuti a designare organismi che forniscano assistenza pratica ai consumatori in caso di controversia, anche fornendo informazioni sulle norme applicabili e sui rimedi disponibili”. Vuol dire che in caso contrario la Commissione può intervenire contro lo Stato, avviando una procedura d’infrazione.
La richiesta che arriva dalla truppa di Rassemblement National appare dunque fuori luogo. Dalla replica fornita a Bruxelles il suggerimento implicito è quello di rivolgersi al governo di Parigi, fermo restando che comunque, assicura Vestager, la Commissione “continua a monitorare l’attuazione di questo regolamento, la cui revisione è prevista per il 2025, e a collaborare con le autorità nazionali per affrontare eventuali casi di non conformità”.