Bruxelles -Secondo le cifre pubblicate da Uit (Unione internazionale delle telecomunicazioni), nel 2024 saranno 227 in più i milioni di persone online rispetto all’anno precedente, con un totale di oltre 5,5 miliardi. La connettività digitale viaggia quasi alla velocità della luce, ma non per tutti, visto che un terzo della popolazione mondiale è ancora offline.
“Le forti lacune negli indicatori critici di connettività stanno tagliando fuori le persone più vulnerabili dall’accesso online alle informazioni, all’istruzione e alle opportunità di lavoro“, commenta il Segretario generale dell’Uit Doreen Bogdan-Martin. Il livello di progresso si misura anche con l’espansione a livello globale, nella “capacità di far avanzare tutti insieme”, usando le parole di Bodgan-Martin.
A livello di percentuali, oltre il 68 per cento della popolazione mondiale è ora connessa nel mondo digitale, ma con forti persistenze di divari per le comunità di Paesi a basso reddito. Confrontandole con i Paesi ad alto reddito, il divario è ancora più evidente. Se in Europa, come anche nei paesi del Commonwealth e nelle Americhe, una percentuale tra l’87 e il 92 per cento delle persone usa internet, in Africa ha accesso solo il 38 per cento del totale.
Nei Paesi ad alto reddito Uit stima che solo il 7 per cento della popolazione resterà fuori dall’accesso internet contro il 78 per cento escluso per i Paesi a basso reddito. In totale, si conta che nel 2024 saranno offline 2,6 miliardi di persone, con dati in calo rispetto ai dati del 2023.
Le differenze sono importanti anche per le zone rurali ed urbane, dove il divario è rimasto fermo negli ultimi quattro anni. Del totale delle persone offline, 1,8 miliardi sono in aree rurali, e, rispetto al totale di 2,6 miliardi, è un dato consistente. Confrontando le percentuali, quasi il doppio degli abitanti delle città avrà la possibilità di usare internet, contro meno del 50 per cento per le zone rurali.
Nelle aree ad alta penetrazione di internet, i valori sono nettamente inferiori alla media, come in Europa, ma non stupisce che sia molto più differenziale in aree meno sviluppate, come l’Africa. Nella regione dell’Asia-Pacifico non ci sono stati miglioramenti negli ultimi anni, probabilmente perché il consistente esodo dalle campagne ha diminuito il numero persone che usano internet nelle zone di campagna, causando una differenza crescente.
Anche nel digitale, il gender-gap ha un suo peso specifico. Lentamente ci si muove verso la parità di genere, il divario tra donne e uomini è del 5 per cento e si stima che saranno 189 milioni in più gli uomini online. Una bella conquista rispetto al 2021, in cui il differenziale era di 277 milioni di utenti.
Il panorama globale è, come sempre, multiforme. In Europa si è raggiunto il punteggio di parità di genere, come anche in America, dove addirittura le donne usano più internet degli uomini. Nei Paesi arabi non stupisce che il divario sia più ampio (con dei leggeri progressi), come anche in Africa, in cui il livello generale di utilizzo di internet è più basso. Essendo la parità di genere strettamente correlata al livello di sviluppo, è evidente che i dati vadano connessi alle condizioni economiche delle singole regioni, tenendo a mente che sono dati complessivi, per cui in ogni Stato la situazione potrebbe essere differente.
Si assottiglia sempre di più il divario generazionale, con i giovani in testa. In tutto il mondo, si stima che il 79 per cento delle persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni utilizzi Internet, 13 punti percentuali in più rispetto al resto della popolazione. L’universalità è stata raggiunta in Europa, nei paesi del Commonwealth e nelle Americhe. In termini di miglioramento, anche i paesi a basso reddito dal 2021 hanno ottimizzato il loro divario.
La sfida a questo punto resta economica. “Mentre continuiamo a fare progressi in materia di connettività, i nostri progressi nascondono lacune significative nelle comunità più vulnerabili del mondo“, per Cosmas Luckyson Zavazava, direttore dell’Ufficio per lo sviluppo delle telecomunicazioni dell’Uit.
Gli sforzi, a livello globale, devono permettere di raggiungere una “connettività universale e significativa“, ribadisce il direttore. Avere un accesso ad internet universale richiedere di impegnarsi per abbassare i costi, considerando che il costo di un abbonamento alla banda larga fissa nei Paesi a basso reddito equivale a quasi un terzo del reddito mensile medio.