Bruxelles – Gorizia e Nova Gorica borderless, “senza confini”. Con uno slogan in netta controtendenza con un’Unione europea che sempre più spesso assiste alla reintroduzione delle frontiere tra i Paesi membri, le due città tagliate dal confine tra Italia e Slovenia hanno presentato oggi (26 novembre) il programma ufficiale di Go!2025, Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della Cultura 2025. Mancano meno di novanta giorni alla cerimonia di apertura, che si terrà il prossimo 8 febbraio.
“L’obiettivo è di rendere il confine il più invisibile possibile”, ha esordito Marko Rusjan, viceministro della Cultura sloveno, all’evento di presentazione. Al suo fianco la direttrice di GO!2025, Mija Lorbek, che ha voluto sottolineare come “quello di Capitale Europea della Cultura non è solo un titolo, è un riconoscimento, un simbolo dei valori europei, della nostra convinzione che la cultura non sia solo uno specchio della società, ma una forza che muove e costruisce”. Così, mentre al confine italo-sloveno che attraversa la città “vediamo purtroppo nuovamente i soldati“, la prima Capitale europea della Cultura transfrontaliera diventa “un simbolo della cooperazione e dei valori europei”.
A partire dalla cerimonia di apertura, che si terrà l’8 febbraio 2025. Una “crossborder parade“, un corteo che simbolicamente unirà le due stazioni ferroviarie, quella italiana di Gorizia e quella slovena di Nova Gorica. Il punto d’arrivo della marcia, il piazzale della stazione di Nova Gorica, è quella Piazza Transalpina – rinominata Piazza Europa quando Lubjana entrò a far parte dell’Ue nel 2004 -, simbolo dell’integrazione delle due anime della città. È lì che è adagiata la famosa targa di pietra che segna il confine tra i due Paesi.
La cerimonia, nella piazza ristrutturata per l’occasione, aprirà le danze a oltre 140 eventi che si svolgeranno nel corso dell’anno, tra cui i concerti di artisti del calibro dei 30 Seconds To Mars, Robbie Williams, Sting, Alanis Morissette. Stojan Pelko, direttore del programma di GO!2025, ha promesso che ci sarà “una nuova première ogni mese”. In generale, il 2025 di Nuova Gorica-Gorizia Capitale Ue della Cultura sarà scandito da tre grandi eventi culturali, rinominati Stop the city, in cui le due città saranno chiuse al traffico e aperte a migliaia di visitatori. Dal primo fino al 9 maggio sarà celebrata la Settimana dell’Europa, con una rivisitazione in chiave europea della tradizionale Marcia dell’Amicizia, che collega ogni anno da quasi mezzo secolo strade e piazze delle due città. Il 9 maggio è prevista l’inaugurazione del nuovo distretto culturale di Nova Gorica, in cui verrà ospitata ‘Epic’, la piattaforma europea per l’interpretazione del ventesimo secolo.
Tra il 26 e il 28 settembre sarà il turno di ‘Sapori senza frontiere’ (Tastes without Borders), in cui la tradizionale fiera delle specialità culinarie locali e internazionali si arricchirà di nuovi concetti culinari legati al tema del confine e alle esperienze transfrontaliere. Infine, il gran finale è previsto tra il primo e il 5 dicembre, quando per la prima volta le due città saranno illuminate con le stesse luci natalizie in occasione della Cerimonia di chiusura.
Il progetto, costruito nell’arco di otto anni, ruoterà attorno a quattro pilastri tematici e narrativi, così come delineati dal responsabile Stojan Pelko. “Guerra e pace, Creazione del nuovo, Contrabbandieri e Molto Green”. Quattro filoni che ripercorrono la storia e la geografia di questa terra di confine, ma che non mancheranno di proporre spunti di attualità.
A coordinare l’anima italiana e quella slovena delle due città, il Gruppo europeo di cooperazione territoriale (Egtc), ente pubblico italiano fondato nel 2011 da Gorizia, Nova Gorica e Sempeter-Vrtojba. Un’organizzazione “transfrontaliera”, ha sottolineato la direttrice Romina Kocina, composta da persone che provengono da entrambi i lati del confine. È l’Egtc, per esempio, che sta gestendo il progetto di ristrutturazione di Piazza Transalpina. E altri 56 progetti transfrontalieri, finanziati con oltre 9 milioni di euro dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Erdf) e attraverso un cofinanziamento nazionale italiano.