Bruxelles – Bilancio Ue, avanti tutta. Ma in ritardo. La presidente uscente ed entrante della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sarebbe pronta a modificare il Quadro finanziario pluriennale (Mff 2028-2034), probabilmente a stravolgerlo, e questo a partire dal calendario. Soprattutto al Parlamento Ue si teme che le prime proposte per il prossimo ciclo possano arrivare oltre la scadenza di giugno 2025: l’esecutivo comunitario sembrerebbe interessato, si racconta, a metterle sul tavolo dopo la pausa estiva, il che vuol dire settembre 2025 se tutto va bene.
Un ritardo che rischia di complicare un negoziato mai facile e questa volta ancora meno scontato. Sullo sfondo ci sono nuove priorità, prima tra tutte l’allargamento. Con un processo di adesione accelerato anche sulla scia della guerra russa in Ucraina, un numero crescente e cresciuto di candidati, c’è la necessità di pensare a un bilancio tutto nuovo, a prova di futuro, con un’Unione più grande. Sfide non da poco, che portano con sé una ripensamento della Politica agricola comune, una riflessione sulla prossima politica di coesione, tanto per citare alcuni dei temi spinosi. Avviare le trattative quanto prima servirebbe, eccome, eppure la Commissione sarebbe pronta a prendersi il suo tempo. E posticipare le proposte.
Spostare la presentazione della bozza di bilancio settennale pone soprattutto punti interrogativi di natura operativa. C’è inquietudine tra una parte dei parlamentari che ad un rinvio iniziale dell’iter negoziale potrebbe essere seguito da un rinvio più lungo. Una situazione difficile da prevedere sotto ogni punto di vista, perché in assenza di un calendario chiaro se si inizia a posticipare non è possibile gestire la mutata situazione.
L’attività delle due istituzioni comunitarie del resto è interconnessa. Nel caso in cui la Commissione Ue dovesse confermare il rinvio delle proposte per il prossimo Mff, automaticamente scatterebbe il rinvio della relazione del Parlamento su un progetto tutto da vedere. Il Parlamento mantiene l’obiettivo politico per un contributo allineato ai termini del dibattito, inclusi quelli temporali.
Il Parlamento avrebbe anche un proprio calendario interno di lavori, per riunioni preparatorie e propedeutiche. Ma si attende la Commissione von der Leyen bis.