Bruxelles – Non c’è alcun tipo di problema per la sicurezza energetica di Ungheria e Slovacchia. L’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, torna sulle decisioni dell’Ucraina di fermare il transito del greggio di Lukoil lungo l’oleodotto Druzhba e le ripercussioni della scelta. Ripercussioni che però non ci sarebbero. “I volumi mancanti di Lukoil sono stati sostituiti con diversi fornitori attraverso lo stesso oleodotto a luglio e agosto 2024″, chiarisce Borrell rispondendo a un’interrogazione parlamentare in materia. “Non c’è stata quindi alcuna interruzione delle forniture energetiche”.
L’assenza di danni per gli Stati membri dell’Ue non crea dunque delle condizioni in violazione dell’accordo di associazione Ue-Ucraina e l’esecutivo comunitario, spiega Borrell, ritiene “non giustificato” avviare un arbitrato urgente per ovviare ad un problema nei fatti inesistente perché immediatamente risolto. Ad ogni modo, però, data la delicatezza e la sensibilità del programma, la Commissione resta in contatto continuo con Ungheria, Slovacchia e anche Croazia per monitorare la situazione. L’esecutivo comunitario resta “pronto ad agire ogniqualvolta necessario per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento”, assicura Borrell.
Nelle considerazioni e nelle valutazioni della Commissione si aggiunge inoltra la natura strategica di Kiev. Chiudendo il transito all’oleodotto Druzhba a Lukoil, l’Ucraina non solo ha ridotto il giro d’affari per la compagnia russa e quindi riducendo proventi utili a finanziare la macchina bellica di Mosca, ma anche prodotto un affrancamento dell’Ue dal fornitore russe, riducendo la dipendenza. Un elemento fondamentale dal punto di vista geo-politico, visto che, sottolinea Borrell, “l‘obiettivo di diversificazione dai combustibili fossili russi dovrebbe essere perseguito attivamente” da tutti gli Stati membri.
Con un’estensione di 4mila chilometri Druzhba è uno degli oleodotti più lunghi del mondo. Trasporta petroliodalla parte orientale della Russia europea a punti in Ucraina, Bielorussia, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Germania. E’ entrata in funzione nel 1964, ed è attiva ancora oggi. La rete si ramifica anche in numerosi oleodotti più piccole per distribuire il suo prodotto in tutta l’Europa orientale e oltre.