Bruxelles – Ieri (19 novembre), l’Alto rappresentante uscente Josep Borrell ha annunciato a conclusione del Consiglio Affari esteri in formato Difesa che gli Stati membri hanno finalmente consegnato all’Ucraina il milione di munizioni da artiglieria promesso nel marzo 2023, con otto mesi di ritardo sul termine previsto (a marzo di quest’anno).
“Abbiamo raggiunto l’obiettivo di un milione di munizioni, le abbiamo consegnate qualche giorno fa (…) e continueremo a farlo”, ha promesso il capo della diplomazia Ue. Pochi giorni fa, fonti europee avevano anticipato che il traguardo era vicino, pur con un ritardo importante. “Ciò significa che l’Ucraina ha ora un numero di proiettili di artiglieria pari a quello della Russia”, ha commentato il ministro della Difesa di Berlino Oscar Pistorius. Per il suo omologo estone Hanno Pevkur “è un buon risultato, ma non è sufficiente”.
Mentre gli europei hanno fatto progressi sulle munizioni, lo stallo rimane sul Fondo europeo per la pace (Epf): “Purtroppo non ci sono stati progressi sulla proposta” di contributi volontari al Fondo, ha lamentato Borrell. Che ha chiesto ai gruppi di lavoro di darsi da fare per trovare una soluzione al più presto per aggirare il veto ungherese che tiene bloccati 6,6 miliardi di euro destinati a Kiev. Per bypassare il “no” di Budapest, Borrell aveva suggerito un meccanismo di contributi volontari, ma questo richiederebbe l’accordo di diversi parlamenti nazionali e per alcune cancellerie si tratta di un processo troppo complesso. Il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) potrebbe proporre l’opzione di un opt-out per l’Ungheria, ma ancora non ci sono proposte concrete al riguardo.
I ministri della Difesa hanno poi discusso della missione di assistenza militare dell’Unione europea a sostegno dell’Ucraina (Eumam Ukraine). “Finora sono stati addestrati 65mila soldati” e l’obiettivo è di toccare quota 75mila entro la fine dell’inverno, ha spiegato l’Alto rappresentante. Borrell ha inoltre reiterato la sua proposta di aprire una cellula di coordinamento a Kiev per allineare meglio le azioni europee alle esigenze delle forze armate ucraine. Ma anche questa mossa è stata messa in stand-by dall’opposizione ungherese.
Quanto alle minacce nucleari della Russia, Borrell le ha bollate come “completamente irresponsabili“. “Non è la prima volta che Putin fa una scommessa nucleare”, ha detto, aggiungendo che “qualsiasi appello alla guerra nucleare è irresponsabile”.