Bruxelles – L’all-in dell’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell, nell’ultimo Consiglio Affari Esteri alla guida dei 27 ministri Ue, è un buco nell’acqua. La sua proposta di sospendere il dialogo politico con Israele nel quadro dell’Accordo di associazione che regola i rapporti tra Bruxelles e Tel Aviv viene rispedita al mittente. “Come previsto, non è stata presa in considerazione“, è la constatazione amara di Borrell a margine dei lavori.
Dal ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, alla sua omologa belga, Hadja Lahbib, che sui crimini israeliani a Gaza è sempre stata tra le voci più critiche, quasi nessuno ha preso sul serio l’iniziativa del capo della diplomazia europea. “La proposta formulata da Borrell per boicottare il dialogo con Israele non ha alcun senso, non siamo d’accordo. Se si vuole lavorare per la pace in Medio Oriente non si può non parlare con Israele”, ha dichiarato Tajani. Per la liberale belga, l’unico modo per valutare se Israele ha violato gli obblighi sui diritti umani previsti dall’Accordo con l’Ue è “convocare un Consiglio di Associazione”.
Ma quella di Borrell è stata una fuga in avanti consapevole, un testamento politico del suo impegno per il rispetto del diritto internazionale a capo del Servizio europeo di Azione esterna (Seae) e un modo per spostare un po’ più in là l’asticella dell’azione Ue per fare pressione su Israele. “La storia – ha affermato il socialista spagnolo – ci giudicherà tutti. Io ho fatto quello che credevo di dover fare, tutti i Paesi avevano chiesto di studiare un modo affinché la guerra si svolga rispettando i principi del diritto internazionale umanitario”. D’altra parte, proporre di sospendere gli articoli dell’Accordo di associazione relativi al dialogo politico gli ha permesso “almeno di mettere sul tavolo tutte le informazioni prodotte dalle organizzazioni delle Nazioni Unite e da tutte le organizzazioni internazionali che lavorano a Gaza, in Cisgiordania e in Libano”, in un rapporto redatto dall’inviato speciale Ue per i diritti umani, Olof Skoog.
Dopo un giro di tavolo, è emerso chiaramente che la maggioranza degli Stati membri ritiene necessario mantenere i canali diplomatici aperti con Israele. E valutare il rispetto dei diritti umani in un fantomatico Consiglio di Associazione, che però il governo israeliano si è finora rifiutato di celebrare insieme ai partner Ue. In conferenza stampa, Borrell si è tolto un sassolino anche nei confronti della Commissione europea e della sua presidente, Ursula von der Leyen, spiegando di aver proposto agli Stati membri di sospendere il dialogo politico con Israele perché è la parte “che rientra nella competenza esclusiva del Consiglio”, alla luce del fatto che l’esecutivo Ue “non ha mai proposto nulla dopo la richiesta di Spagna e Irlanda” di valutare la sospensione dell’Accordo con Israele.