Bruxelles – Nella capitale dell’Ue, tutti gli occhi sono puntati sul sempre più complicato processo di formazione del nuovo Collegio dei commissari europei, che dovrebbe chiudersi con il voto dell’Eurocamera nella sessione plenaria dal 26 al 28 novembre. Ma l’Aula di Strasburgo, il mese successivo, sarà chiamata a esprimersi sulla guida di un’altra istituzione. Tra i sei candidati in lizza per succedere all’irlandese Emily O’Reilly nel ruolo di Mediatore europeo, ci sono anche due italiani: Emilio De Capitani e Marino Fardelli.
Istituito dai trattati e in carica dal 1995, il mediatore europeo – o difensore civico, o Ombudsman – è la figura che si occupa principalmente di casi di cattiva amministrazione che coinvolgono altri organi e istituzioni dell’Ue. Ma più in generale, veglia sulla responsabilità e la trasparenza nelle stanze dei bottoni della capitale europea. Il Mediatore, eletto dal Parlamento europeo, ha la facoltà di istituire indagini indipendenti, ma non dispone di alcun potere sanzionatorio. Come ha ripetutamente fatto negli ultimi anni O’Reilly, dallo scandalo Qatargate al controverso Memorandum d’Intesa Ue-Tunisia passando per l’operato dell’Agenzia Ue della Guardia di Frontiera e Costiera (Frontex), può tuttavia formulare raccomandazioni con un certo impatto politico.
Alla scadenza del 30 ottobre, solo sei aspiranti Ombudsman sono riusciti a raccogliere le 39 firme di eurodeputati di almeno due Paesi membri necessarie per la candidatura ufficiale. La portoghese Teresa Anjinho, ex-viceprocuratore generale della Giustizia a Lisbona e membro del Comitato di Sorveglianza dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), l’ex giudice della Corte suprema estone Julia Laffranque, l’Ombudsman dei Paesi Bassi Reinier van Zutphen, l’accademica austriaca esperta indipendente presso il Consiglio per i diritti umani dell’Onu Claudia Mahler. E i due italiani, De Capitani e Fardelli, che provengono da due background molto diversi tra loro.
Il primo, avvocato e accademico con una lunga carriera da funzionario al Parlamento europeo, il secondo consigliere prima locale e poi regionale nel Lazio, dal 2021 Difensore civico della regione Lazio e presidente della rete nazionale dei Difensori civici delle Regioni italiane. Tutti e sei dovranno sostenere un’audizione presso la Commissione petizioni (Peti) dell’Eurocamera il prossimo 3 dicembre, ultimo e fondamentale step prima del voto finale nella sessione plenaria dal 15 al 18 dicembre.
De Capitani, in vista di quell’appuntamento, sta preparando una sorta di manifesto politico. “Se verrò eletto o meno, almeno mando il messaggio”, dichiara a Eunews. L’ex dirigente della segreteria della Commissione Libertà civili (Libe) del Parlamento europeo dal 1998 al 2011 farà leva sulla sua conoscenza approfondita della macchina europea: “Ci lavoro da 40 anni, ne conosco i meandri e ne ho seguito l’evoluzione”. Ciò che ha mosso De Capitani a candidarsi è più di tutto la battaglia per la trasparenza, “il miglior sistema per proteggere il processo decisionale”. Il dato da cui parte è lampante: “Il 30 per cento dei casi sollevati dall’Ombudsman riguardano problemi di accesso ai documenti”.
Per De Capitani, la chiave sta nel “valorizzare” appieno i circa 60 mila funzionari delle istituzioni europee. “Se fossi nominato, la prima cosa che farei sarebbe cercare i funzionari, creare laboratori per scambiare buone pratiche” e favorire l’affermazione di una vera e propria cultura della trasparenza. Quel che manca al Mediatore Ue oggi è anche un ruolo di maggior rilievo nel processo di definizione delle norme: oltre a indagare i casi di cattiva amministrazione, “potrebbe anche dare suggerimenti per fare buona amministrazione”, suggerisce ancora De Capitani.
Raggiunto da Eunews, anche il Difensore civico del Lazio indica la sua missione: “Costruire un’Europa ancora più vicina ai cittadini, equa e trasparente”. Per Marino Fardelli, l’accento è soprattutto sul primo termine: la necessità di avvicinare i cittadini ad un’istituzione che è li per proteggerli. “Nella mia proposta pongo l’accento sulla comunicazione, cioè veicolare il messaggio del Mediatore Ue non solo agli stakeholders, ma a tutti i cittadini”. Soprattutto i più giovani, come Fardelli è già impegnato a fare con un progetto con gli istituti scolastici del Lazio dal nome ‘Il difensore civico sui banchi di scuola’.