Bruxelles – Un problema per il ‘made in Europe’, per prezzi impossibile da contrastare e una concorrenza su filiere già produttive e in grado di rispondere alle esigenze alimentari dell’Unione europea. E poi standard di sostenibilità diversi, con regole stringenti solo per una parte e non per l’altra. Insomma, l’accordo di libero scambio Ue-Mercosur su cui la Commissione europea non intende tornare indietro riaccende i motori dei trattori, che alla spicciolata, e pacatamente, rientrano per le strade della capitale dell’Ue come avvertimento.
Non sono tanti, ma si fanno comunque sentire. Sono un centinaio, o poco più. Sono gli agricoltori della via Campesina, preoccupati per un accordo di libero scambio tra il blocco dei 27 e il blocco dei cinque (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay più il Venezuela sospeso) che potrebbe penalizzare, e tanto, soprattutto loro, i piccoli agricoltori europei.
Nessuna invasione della città, ma appena quattro trattori parcheggiati di fronte alla sede della Commissione europea, l’istituzione Ue responsabile di un negoziato di libero scambio con il Mercosur che appare in dirittura di arrivo. “Potrebbe essere siglato il 18 novembre“, dice un preoccupato membro di Fugea, il sindacato belga dei giovani agricoltori per un’agricoltura sostenibile: “Oggi siamo pochi, ma questa è una manifestazione simbolica, l’inizio di una mobilitazione che continuerà“
Un fantoccio impiccato con al collo la scritta “assassinati dalle politiche europee”, e poi gli striscioni con gli slogan che suonano da bocciatura delle scelte compiute a Bruxelles. “Stop Ue-Mercosur”, “la concorrenza nutre le grandi imprese, gli agricoltori nutrono la gente”. Uno slogan, quest’ultimo, raccolto e sposato anche da una parte della politica europea. “I grandi vincitori per un accordo di questo tipo sono i grandi produttori, mentre i perdenti sono i piccoli agricoltori”, scandisce Carola Rackete, europarlamentare indipendente de la Sinistra. L’accordo Ue-Mercosur, denuncia, va contro “la nostra visione di un’agricoltura biologica, locale, sostenibile, e basata sui piccoli produttori”.
Le associazioni di categoria scese in piazza non sono molte, eppure hanno seguito e appoggio. C’è anche Manon Aubry, co-presidente del gruppo laSinistra. “Questo accordo con il Mercosur è il peggiore di sempre, che uccide l’agricoltura dell’Ue e risulta anche in contraddizione con il Green Deal“, attacca l’europarlamentare francese. “Dovremmo importare carne per la cui produzione si disbosca e si deforesta”, sottolinea. Inoltre, “parliamo di prodotti realizzati con pesticidi, in alcuni casi ogm che sono autorizzati lì ma proibiti qui da noi”.
C’è poi la questione della sovranità alimentare. Via Campesina e Fugea fanno notare che chiudendo l’accordo commerciale con il Mercosur l’Unione europea inizierebbe a comprare dall’estero generi agro-alimentari che già si producono in Europa, quali pollame, miele, soja. Il tutto a prezzi lesivi del ‘made in EU’. Si prova a richiamare l’attenzione su un tema avvertito, e su cui si avverte.
“Se andranno avanti la collera degli agricoltori si farà sentire come già accaduto negli scorsi mesi“, scandisce dal palco improvvisato uno dei responsabili della manifestazione, megafono in mano e giacca blu Fugea indosso. Bruxelles rischia di tornare teatro di tensioni e scontri sulla scia di un accordo col Mercosur che continua a non piacere al mondo agricolo europeo.