Bruxelles – L’impossibilità di poter accedere a contenuti audio e video se all’estero, per piacere o per dovere. In sintesi, geo-blocking, la pratica di barriere geografiche che Apple avrebbe creato ai consumatori di tutta Europa. Per questo motivo la Commissione europea ora chiede alla casa della mela di “allineare le proprie pratiche alle norme anti-geo-blocking dell’Ue”, in particolare per i servizi App Store, Apple Arcade, Music, iTunes Store, Books e Podcast.
E’ la Rete di cooperazione per la tutela dei consumatori ad aver chiesto all’esecutivo comunitario di aprire l’inchiesta e procedere alle verifiche del caso. Sono state le autorità per la protezione dei diritti dei consumatori ad aver rilevato una serie di limitazioni su Apple Media Services che, secondo la valutazione della rete, discriminano illegalmente i consumatori europei in base al loro luogo di residenza. Restrizioni che riguardano i servizi di pagamento, così come la possibilità di scaricare prodotti dalla rete.
Almeno due le normative comunitarie che verrebbero violate da Apple con le sue pratiche di restrizione all’accesso ai servizi: il regolamento sui blocchi geografici (geo-blocking) e la Direttiva sui servizi. Il primo proibisce la discriminazione ingiustificata tra i clienti dell’Ue sulla base della loro nazionalità, residenza o luogo di stabilimento quando desiderano acquistare beni e servizi da commercianti situati in uno Stato membro diverso. La seconda richiede che le condizioni generali di accesso a un servizio non contengano disposizioni discriminatorie relative alla nazionalità o al luogo di residenza del destinatario del servizio, a meno che non siano direttamente giustificate da criteri oggettivi.
Apple ha ora un mese di tempo per rispondere ai rilievi mossi dalle autorità responsabili per la tutela dei consumatori. Se l’azienda decidesse di non rispondere le autorità nazionali potranno decidere di adottare misure di esecuzione per garantire la conformità. Il che vuol dire multe.
“Nessuna azienda, grande o piccola, dovrebbe discriminare ingiustamente i clienti in base alla loro nazionalità, luogo di residenza o luogo di stabilimento”, tuona Margrethe Vestager, vicepresidente dell’esecutivo. “Prevenire il geo-blocking aiuta i consumatori ad accedere ai beni e ai servizi che desiderano in tutta Europa e rafforza il funzionamento e l’integrità del nostro Mercato unico”.
Stessa linea ed eguale fermezza vengono espresse da Vera Jourova, commissaria per Valori e trasparenza. “I consumatori europei hanno gli stessi diritti in tutta l’Ue, quindi chiediamo ad Apple di abbattere le barriere create dal geo-blocking e di allineare le sue pratiche alla legge dell’Ue”. Quindi ribadisce il concetto, in modo ancora più chiaro: “I consumatori in tutta l’UE dovrebbero avere pari accesso a beni e servizi. La discriminazione nei loro confronti da parte delle aziende in base al luogo di residenza o alla nazionalità è inaccettabile”.