Bruxelles – L’Unione europea è a un bivio, come mai prima d’ora. E mai come prima d’ora dovranno essere le istituzioni europee a guidare gli Stati membri e non viceversa. Un compito e un ruolo su cui Paolo Gentiloni non ha dubbi, perché il commissario per l’Economia non vede grandi alternative. In questo momento storico, ragiona nella cornice dell’evento organizzato dal Pd del Belgio e dedicato alle prospettive e alle sfide per l’Europa, “forse il governo meno fragile è quello italiano, che non è molto mainstream”. Con il governo federale che in Germania traballa, un Emmanuel Macron ridimensionato in Francia e con il premier ungherese Viktor Orban unico leader saldo al comando ma con pulsioni non proprio pro-europeiste, “c’è molta fragilità, e questo carica la Commissione von der Leyen di una responsabilità straordinaria“.
Spetterà a Ursula von der Leyen prendersi sulle spalle il compito di guidare l’Unione europea in un contesto geopolitico turbolento, ricco di incertezze, e con un’Europa degli Stati dai governi deboli. Da qui in avanti, scandisce Gentiloni, “avremo sfide davvero serie, e non escludo che da una cosa negativa come l’esito delle elezioni negli Usa possa scaturire un’accelerazione della presa di responsabilità dell’Unione“. Questo, ribadisce, “sta molto nelle mani della Commissione europea e della sua presidente“.
Insomma, il futuro dell’Europa passa per forza di cose dall’esecutivo comunitario, che forte del potere di iniziativa legislativa può quantomeno provare a imprimere un’agenda ambiziosa. Certo, bisognerà se questa responsabilità di cui parla Gentiloni la presidente uscente ed entrante dell’esecutivo comunitario voglia e sappia assumerla, fatte salve le incertezze del caso. Perché la storia recente racconta dell’allora presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker che, nel momento in cui volle provare a forzare la mano e imporre ai governi una ripartizione obbligatoria di richiedenti asilo, vide l’ammutinamento degli allora 28 con tanto di ricorso alla Corte di giustizia dell’Ue.
Gentiloni però non vede alternative. Nell’incapacità degli Stati di trainare l’Ue qualcun altro dovrà assumere questo ruolo. “La situazione che si è creata negli Stati Uniti può essere una sveglia per l’Ue, perché se così non fosse ci troveremmo in difficoltà“, dice commentando la vittoria del candidato repubblicano Donald Trump alle elezioni presidenziali. Un esito che non fa bene all’Ue, visto che Trump, ricorda ancora il commissario all’Economia, “vive questo surplus commerciale Ue di 180 miliardi nei confronti degli Stati Uniti come un problema”. L’Unione europea rischia di subire una nuova concorrenza americana, che si va ad aggiungere all’influenza crescente della Cina. A tutto questo dovrà rispondere Ursula von der Leyen.