Donald Trump ha vinto, stravinto le elezioni negli Stati Uniti. Probabilmente neanche lui si aspettava un risultato simile, con un margine di cinque milioni di voti a livello nazionale, secondo i primi risultati.
Trump, la persona più anziana ad essere mai diventata presidente degli Stati Uniti, è un “uomo forte”, si presenta come tale, promette di risolvere, grazie al suo carisma e alle sue relazioni personali, i più urgenti problemi del Mondo e degli Stati Uniti. Si è augurato che si spari alla stampa, ha promesso una “pulizia etnica” di tutti i funzionari e i politici statunitensi che non fanno riferimento a lui. Non lesina minacce armate contro tutto quello che ritiene dannoso per il suo Paese, all’interno e all’esterno. Gli Stati Uniti però sono una democrazia antica, forte, può avere scossoni anche notevoli, pensiamo anche solo alla caccia alle streghe durante il maccartismo, ma potrebbe resistere anche ad altri quattro anni di presidenza Trump. Che però potrebbero essere seguiti da altri quattro di presidenza Vance, chissà.
La questione è che ora il Mondo intero è in mano a “uomini forti”, chiamiamoli così, anche impropriamente, per farne un solo gruppo senza troppi distinguo tra dittatori, autocrati eccetera. Le tre più grandi potenze mondiali hanno leader di questo tipo: Usa, Cina, Russia; anche potenze nascenti, come l’India, potenze regionali come la Turchia, l’Egitto, l’Iran, l’Arabia Saudita, la Corea del Nord, e scendendo la Tunisia e l’elenco completo è molto più lungo. Anche Paesi democratici, come Israele, stanno infrangendo tutte le regole delle relazioni internazionali.
In mezzo a tutto questo c’è un’Unione europea debole come non mai: divisa, timorosa, con un’economia che arranca, con forze politiche di estrema destra, nazionaliste, in crescita. Un nulla nella politica estera, un elemento di secondo piano negli equilibri mondiali, quasi per nulla influente anche in crisi a lei vicinissime. E’ sola insomma. Non ha più una sponda su cui giocare, Trump l’ha detto chiaramente, mettendo anche in discussione la Nato, della quale Washington è il principale azionista.
In questo Mondo di “uomini forti”, a capo di Paesi che hanno un potere decisivo sullo sviluppo del Pianeta, sui commerci, sulle libertà, sui confini, resta da vedere come questi leader interagiranno tra loro. La Russia di Putin vuole ricostruire l’impero degli zar, la Cina vuole conquistare commercialmente, e oramai anche in parte militarmente, più fette possibili del Pianeta, gli Usa, difeso il proprio spazio vitale, che non è ben chiaro quale sia, intendono chiudersi in sé stessi, tagliare rapporti che Trump giudica inutilmente costosi con i propri partner storici. Come interagiranno? Si divideranno amichevolmente il Mondo in zone di influenza? Entreranno in conflitto (armato no) tra di loro? Ci sarà una nuova, diversa, più articolata, “guerra fredda”? Gli attori non sono gli stessi di 60-70 anni fa, le ambizioni sono diverse (soprattutto in Cina e Usa). L’unica cosa che abbiamo davvero davanti è una pericolosa incertezza, nella quale la politica muscolare la farà da padrona.
In questo clima l’Unione europea di oggi, con i leader che ha, con la forza in politica estera che ha, con, anche, la forza economica che ha rischia di frantumarsi, di restarne schiacciata, e finirà per scegliersi forse un nuovo padrone, probabilmente diversi padroni, anziché diventare un protagonista al tavolo da pari a pari con gli altri.