Bruxelles – Internet e acquisti on-line, l’Ue vara la stretta anti-frodi fiscali. I ministri economici dei Ventisette riuniti nel consiglio Ecofin approvano il pacchetto sull’Iva nell’era digitale, volto a regolamentare un mercato ancora troppo pieno di zone d’ombra. Tre i principali cambiamenti apportati: entro il 2030 le comunicazioni sui dati dell’imposta sui valori aggiuntivi dovranno essere obbligatorie e digitali per le transazioni tra Stati membri, piattaforme on-line di trasporto come Uber o di alloggio breve come Airbnb dovranno far pagare l’Iva ai consumatori e girarla agli Erari, rendere inter-operativi tutti i sistemi fiscali nazionali entro il 2035, così da sopperire a ‘silenzi’ strutturali tutti europei.
Mihaly Varga, ministro delle Finanze dell’Ungheria e presidente di turno dell’Ecofin, esulta. “Dopo quasi due anni di negoziati, il Consiglio ha raggiunto un accordo sul pacchetto Iva“. Un risultato importante che, enfatizza, rappresenta “una pietra miliare per la transizione digitale e di un passo significativo nel miglioramento della competitività dell’Ue”.
Stime della Commissione individuano in perdite complessive per 61 miliardi di euro per la mancata riscossione dell’Iva. Soldi che potrebbero essere impiegati per finanziare il rilancio dell’economia, o mettere in ordine i bilanci statali. E’ convinzione dei ministri Ecofin che con le nuove regole su fatturazione elettronica e sulla rendicontazione dei dati in tempo reale, e su stretta alla libertà assoluta delle piattaforme, il pacchetto Iva contrasterà, riducendole, le frodi fiscali.
Il voto conclude un procedimento durato quasi due anni. La Commissione ha presentato le proposte legislative l’8 dicembre 2022, e adesso l’Ue si dota di nuovi strumenti al termine di un negoziato complicato chiuso grazie a un compromesso sull’economia digitale. Il Consiglio ha fornito agli Stati membri una maggiore flessibilità ampliando la definizione di ‘locazione di alloggi a breve termine a fini fiscali’ e dando agli Stati membri la possibilità di esentare le piccole e medie imprese (Pmi) dalle norme dei fornitori considerati. Il Consiglio ha inoltre convenuto un breve periodo di transizione per l’applicazione delle norme da parte dei fornitori.