Bruxelles – Comincia all’insegna della distensione il processo di audizioni dei commissari Ue designati al Parlamento europeo: le prime quattro, nella giornata di ieri (4 novembre), sono scivolate via senza particolari intoppi. Che sia un fuoco di paglia, la quiete prima della tempesta in vista dei portafogli più rilevanti e dei profili più discussi, oppure un vero segnale di convergenza di vedute tra i gruppi dell’Eurocamera, si vedrà già a partire da oggi.
Secondo fonti parlamentari, il socialista indipendente slovacco Maroš Šefčovič, designato a ricoprire l’incarico al commercio, trasparenza e relazioni istituzionali, il socialdemocratico maltese Glenn Micallef, responsabile per giovani cultura e sport, il greco Apostolos Tzitzikostas, del Partito popolare europeo (Ppe), designato al portafoglio trasporti e turismo, e il lussemburghese Cristophe Hansen, anche lui un popolare, responsabile per l’agricoltura, possono dormire sonni tranquilli. Anche se la procedura di valutazione dei candidati da parte delle commissioni parlamentari competenti è totalmente confidenziale fino alla sua chiusura formale, verosimilmente il 21 novembre, i primi riscontri a margine delle audizioni sono più che positivi.
A partire da Šefčovič, già vicepresidente dell’esecutivo Ue uscente, commissario europeo dal 2009, che ha fatto leva sulla sua esperienza di lunga data per superare le domande delle commissioni per il Commercio internazionale (Inta) e per gli Affari costituzionali (Afco). Lo slovacco, che fa parte dei socialisti filorussi del premier Robert Fico sospesi l’anno scorso dal gruppo socialdemocratico dell’Eurocamera, ha preso le distanze dal suo primo ministro e rassicurato gli eurodeputati sul suo impegno “per l’interesse europeo e per il miglioramento dell’Unione”.
Diversi i temi affrontati da Šefčovič. Sul rapporto con gli Stati Uniti, il commissario designato ha dichiarato che “indipendentemente dall’esito delle elezioni”, presenterà “un’offerta di cooperazione, incluso un rinnovato Consiglio per il commercio e la tecnologia Ue-Usa“. Allo stesso tempo, Šefčovič si è detto “pronto a difendere i nostri interessi se ci troveremo di fronte a scenari dirompenti”. Brando Benifei, eurodeputato del Partito Democratico e presidente della delegazione Ue-Usa dell’Eurocamera, si è detto “soddisfatto dell’impegno” promesso da Šefčovič per “dialogare con gli Usa da alleati e non da rivali”, ma sempre salvaguardando “gli specifici interessi europei sotto il profilo del commercio e dell’industria”. Mentre sulla Cina, lo slovacco ha definito “proporzionati” i dazi Ue sui veicoli elettrici cinesi e ha insistito perché Bruxelles riequilibri le relazioni con Pechino “in termini di trasparenza, prevedibilità e reciprocità”.
Su Šefčovič, secondo quanto riportato dall’Ansa, si sono espressi a favore tutti i gruppi politici ad eccezione della Sinistra europea e del gruppo di estrema destra che ruota intorno all’AfD tedesca, l’Europa delle Nazioni sovrane. Anche il socialista maltese Glen Micallef, commissario designato per l’Equità intergenerazionale, Giovani, Cultura e Sport, sembrerebbe aver ottenuto il consenso dei due terzi dei coordinatori dei gruppi politici della commissione Cultura (Cult), necessario per la promozione.
Il maltese era considerato tra i più deboli, alla luce del suo scarso curriculum e della giovane età. A margine dell’audizione, la presidente della commissione Cult, Nela Riehl, ha affermato che non prevede “ostacoli fondamentali” alla conferma di Micallef.
Nessun stop in vista nemmeno per i due commissari designati del Partito popolare europeo, il greco Apostolos Tzitzikostas e il lussemburghese Christophe Hansen. Tzitzikostas, a cui von der Leyen ha affidato il portafoglio sui Trasporti e il turismo, ha promesso agli eurodeputati “un nuovo piano d’azione per la mobilità militare” in coordinamento con la Nato. Un piano che “si sovrappone in larga misura alla più ampia necessità di una solida rete di trasporti”, con la Rete transeuropea Ten-T che “incontra grandi ritardi”.
Riguardo al divieto di vendita di auto nuove a benzina o diesel a partire dal 2035, che alcuni governi Ue vorrebbero rivedere, Tzitzikostas ha assicurato: “Abbiamo regole e obiettivi specifici e dobbiamo attenerci al piano, altrimenti il messaggio che l’Unione europea trasmetterà non sarà un messaggio di stabilità e fiducia”. Il commissario designato ha precisato che il target “consente anche la presenza di veicoli ibridi e plug-in, non stiamo creando un elemento di rottura, non c’è elettrificazione al 100 per cento“.
Infine, semaforo verde anche per il lussemburghese Hansen, futuro responsabile per l’Agricoltura e il Cibo. Addirittura Hansen, in barba alla scaramanzia e alle procedure che prevedono che sia la Conferenza dei Presidenti a chiudere le valutazioni, si è già detto “onorato di essere stato confermato” dalla commissione Agri dell’Eurocamera, promettendo di “lavorare sodo per essere all’altezza della fiducia” concessagli dagli eurodeputati.
In effetti, al candidato lussemburghese è bastato garantire che difenderà strenuamente gli interessi degli agricoltori europei per convincere i due terzi dei coordinatori dei gruppi. Hansen ha promesso che “userà tutte le risorse” per “rafforzare la posizione competitiva” degli agricoltori: “reddito dal mercato, sostegno pubblico al reddito, investimenti e altre fonti alternative di finanziamento”. Il coordinatore S&d in commissione Agri, Dario Nardella, ha confermato il via libera ad Hansen, spronandolo a “lavorare per una nuova Politica Agricola Comune che metta al centro gli agricoltori”.
Nella prima giornata di audizioni, la maggioranza europeista che ha sostenuto la rielezione di Ursula von der Leyen ha scelto la non belligeranza. Popolari, socialisti e liberali hanno dato il via libera a tutti e quattro i commissari designati. Nessun veto nemmeno da parte dei Verdi e dei Conservatori e Riformisti europei, che mandano un segnale positivo in vista della difficile audizione che aspetta Raffaele Fitto. Oggi è il turno del liberale irlandese Michael McGrath, commissario designato per la Democrazia, la Giustizia e lo Stato di diritto, del socialista danese Dan Jørgensen, designato all’Energia e alla Casa, e di quattro popolari: la bulgara Ekaterina Zaharieva, candidata alla Ricerca e l’Innovazione, la croata Dubravka Šuica, a cui è stato affidato il nuovo portafoglio per il Mediterraneo, la svedese Jessika Roswall, commissaria designata per l’Ambiente, e l’austriaco Magnus Brunner, responsabile per gli Affari interni e la Migrazione. Portafogli che si fanno più pesanti e che metteranno alla prove il fragile patto di non belligeranza tra le principali forze politiche dell’Eurocamera.