Bruxelles – Comincia oggi (4 novembre) una settimana decisiva per il destino della nuovo corso di Ursula von der Leyen. È la settimana delle audizioni dei commissari Ue designati, che si sottoporranno uno ad uno allo scrutinio delle commissioni dell’Eurocamera competenti per i loro portafogli: il momento clou sarà martedì prossimo (12 novembre), quando sarà il turno dei sei vicepresidenti esecutivi. I fari sono puntati su Raffaele Fitto, sulla cui nomina socialisti, verdi e liberali hanno promesso battaglia. Ma perché l’audizione del commissario meloniano si svolga senza intoppi, il primo requisito è che i gruppi politici non si scontrino già durante quelle dei commissari semplici.
La prima audizione sarà quella di Maroš Šefčovič, già vicepresidente della Commissione europea, designato ora a ricoprire l’incarico al commercio, trasparenza e relazioni istituzionali. Dopo di lui, sempre nella giornata di oggi, il socialdemocratico maltese Glenn Micallef, responsabile per giovani cultura e sport, il greco Apostolos Tzitzikostas, del Partito popolare europeo (Ppe), designato al portafoglio trasporti e turismo, e il lussemburghese Cristophe Hansen, anche lui un popolare, che nel prossimo esecutivo Ue dovrebbe essere responsabile dell’agricoltura.
Domani e mercoledì (5-6 novembre), a ritmo di sei al giorno, si presenteranno di fronte agli eurodeputati il liberale irlandese Michael McGrath, con delega a giustizia e democrazia, la popolare bulgara Ekaterina Zaharieva, designata al portafoglio ricerca e innovazione, il socialdemocratico danese Dan Jørgensen, con delega all’energia e alla casa, e via via tutti gli altri. Giovedì (7 novembre), chiuderanno gli ultimi quattro commissari semplici. Si riprenderà poi martedì 12 novembre, il giorno dedicato alle audizioni dei sei vicepresidenti esecutivi. In totale, dei 26 commissari designati – uno per ciascun Paese, la ventisettesima è la presidente (tedesca) von der Leyen -, ben 13 sono espressione del Ppe. Quattro fanno parte della famiglia socialdemocratica (più Šefčovič, il cui partito nazionale Smer è stato sospeso da S&d lo scorso anno) e cinque dei liberali di Renew. Ci sono poi due indipendenti – Olivér Várhelyi, vicinissimo al premier ungherese Viktor Orbán e al suo gruppo dei Patrioti per l’Europa (PfE), e il ceco Jozef Síkela, che gravita però nella sfera del Ppe. Raffaele Fitto, a cui von der Leyen ha affidato il portafoglio delle riforme e coesione, è l’unico designato espressione dei Riformisti e Conservatori europei (Ecr).
In sostanza, tutti quanti – dopo un breve discorso iniziale di circa 15 minuti – saranno messi sotto torchio dalle commissioni parlamentari competenti per circa tre ore, e dovranno cercare di dimostrare di possedere l’indipendenza, le competenze e l’impegno europeo necessari per far parte della nuova Commissione europea. Anche i presidenti delle commissioni parlamentari invitate all’audizione potranno porre una domanda ai candidati. Una volta concluse le audizioni, i coordinatori dei gruppi politici e il presidente di commissione stileranno le lettere di valutazione, in cui dovranno rispondere a due domande fondamentali: se i commissari designati sono “qualificati per essere membri del Collegio” e se sono “adatti al portafoglio” a loro affidato.
Se l’esito fosse negativo, il candidato bocciato può essere ritirato dal proprio Stato membro e sostituito da un nuovo candidato, che dovrà a sua volta comparire per un’audizione di conferma in Parlamento. L’ultima volta, nel 2019, l’unico commissario designato a essere respinto dopo l’audizione fu la francese Sylvie Goulard, sostituita da Parigi con Thierry Breton. Sempre cinque anni fa, l’ungherese Rovana Plumb e il rumeno László Trócsányi furono sostituiti da Olivér Várhelyi e Adina Valean, perché bocciati durante l’esame preliminare delle dichiarazioni sui conflitti d’interesse.
La frattura nella maggioranza Ue sui commissari
I gruppi politici che hanno sostenuto la rielezione di von der Leyen – e che avrebbero quindi tutti gli interessi a veder instaurata la nuova Commissione – non si presentano all’appuntamento con le audizioni in un clima disteso. Il Ppe, che dopo aver stravinto le elezioni europee di giugno può permettersi di fare il buono e il cattivo tempo all’Eurocamera, sta mettendo in grande difficoltà la tenuta del cordone sanitario contro l’estrema destra, e di conseguenza anche la tenuta della maggioranza costituita insieme a socialisti e liberali, con l’appoggio esterno dei verdi.
Proprio sul calendario delle audizioni, si è consumato un duro scontro tra i presidenti dei gruppi politici, con il Ppe che ha fissato l’ordine dei candidati votando insieme ai gruppi di estrema destra (conservatori, patrioti e sovranisti). I socialisti volevano i sei vicepresidenti esecutivi a inaugurare il giro di audizioni e – una volta deciso che sarebbero stati il 12 novembre – nessuno dei gruppi progressisti della maggioranza si è trovato d’accordo con l’ordine scelto. Nessuno vuole che il proprio candidato si sottoponga allo scrutinio delle commissioni parlamentari per ultimo, perché è quello su cui rischiano di ripercuotersi le tensioni accumulate tra i gruppi politici durante tutto il processo di audizioni. Invece che Fitto – come avrebbero voluto i tre gruppi progressisti -, gli ultimi due saranno la popolare Henna Virkkunen e la socialista Teresa Ribera.
Quasi una garanzia per il meloniano, il più a rischio di tutti per la sua appartenenza a un partito (Fratelli d’Italia) che non ha appoggiato la conferma di von der Leyen. Se infatti socialisti, liberali e verdi decidessero di andare fino in fondo e bocciare Fitto, a rimetterci sarebbe la vicepresidente socialista Ribera. Perché a quel punto, i popolari potrebbero strizzare un’altra volta l’occhio alla destra dell’Eurocamera e respingere la candidata spagnola. Un gioco di incastri da cui, se i gruppi politici decideranno di deporre le armi, dovrebbe uscire il nuovo collegio dei commissari Ue che verrà definitivamente approvato, o respinto, dall’intera Eurocamera. Audizioni permettendo, durante la sessione plenaria dal 26 al 28 novembre, per entrare in carica dal primo dicembre.