Bruxelles – Temu, uno dei giganti cinesi dell’e-commerce, è finito nel mirino dell’esecutivo comunitario. La Commissione ha avviato giovedì (31 ottobre) una procedura formale per valutare se l’azienda stia violando le norme del Digital services act (Dsa), il pacchetto legislativo che, insieme al Digital markets act (Dma), regola la galassia delle piattaforme online dai marketplace ai social network. Le indagini si stanno concentrando soprattutto sulla vendita di prodotti che non sono in regola con le normative Ue, sul rischio che il design di alcuni servizi offerti possa creare dipendenza negli utenti e sui meccanismi di funzionamento dei sistemi di raccomandazione (quelli che consigliano gli articoli da comprare ai consumatori).
La decisione odierna, si legge in un comunicato dell’esecutivo Ue, dà seguito alle analisi preliminari delle valutazioni dei rischi fornite da Temu alla fine del mese scorso, alle richieste di informazioni avanzate dalla Commissione a giugno e ottobre e alle informazioni condivise da parti terze, nonché all’analisi dei dati che gli Stati membri raccolgono e condividono con Bruxelles. Nello specifico, hanno spiegato fonti interne al Berlaymont, le indagini si focalizzeranno su quattro aspetti principali.
Primo, sulla presenza di prodotti illegali nelle piattaforme dell’azienda. La Commissione ha reputato insufficienti, ai sensi del Dsa, i meccanismi di controllo impiegati da Temu per prevenire o limitare la diffusione nei suoi marketplace di articoli che non rispettano gli standard Ue. Stando agli esperti, alcuni prodotti rimossi dal sito perché in violazione delle nuove norme comunitarie tendono a ricomparire “velocemente” sulla piattaforma, la quale non starebbe prendendo misure adeguate neanche per rimuovere, oltre agli articoli incriminati, anche i venditori “disonesti” (cioè quelli che persistono nel vendere prodotti illegali). La velocità con cui i prodotti rimossi ricompaiono è variabile, spiegano fonti della Commissione, e dipende dalla categoria dei prodotti, ma il fenomeno avrebbe “natura sistemica” e si verificherebbe in maniera trasversale rispetto alle tipologie degli articoli venduti sul sito.
Un secondo elemento dell’indagine lanciata dal Berlaymont riguarda i rischi che il design di alcuni programmi di ricompensa e fidelizzazione degli utenti, sviluppati sul modello dei videogiochi, producano qualche forma di dipendenza sui consumatori. Il timore è che la valutazione del rischio effettuata dall’azienda non rispetti i requisiti del Dsa, tra i cui obiettivi dichiarati c’è la protezione della salute mentale e fisica degli utenti.
In terzo luogo, la Commissione sta esaminando il funzionamento dei meccanismi di raccomandazione dei prodotti agli utenti, per verificare se rispettano le norme comunitarie in termini di protezione dei consumatori. Ai sensi del Dsa, gli utenti dovrebbero sempre essere informati su come le proprie preferenze sono raccolte e su come funzionano gli algoritmi in base ai quali vengono loro suggeriti gli articoli sul sito, e dovrebbero sempre poter rifiutare l’utilizzo di questi servizi di profilazione.
Infine, l’ultima domanda dell’indagine riguarda l’obbligo in capo a Temu di garantire ai ricercatori indipendenti l’accesso ai dati pubblicamente disponibili per analizzare il funzionamento della piattaforma.
Se i sospetti della Commissione fossero confermati, Temu si troverebbe in violazione di diversi articoli del Dsa (almeno il 27, 34, 35, 38 e 40). L’apertura della procedura odierna non ne pregiudica gli esiti, si legge nella nota, ma la Commissione “porterà ora avanti un’indagine approfondita con urgenza”, che non deve sottostare a limiti di tempo. L’esecutivo Ue continuerà ora a raccogliere prove da Temu, dalle autorità nazionali e da terze parti, per valutare se adottare una decisione di non conformità alle norme comunitarie.
Per il momento, hanno assicurato gli esperti, l’azienda si sta comportando in maniera collaborativa e sta fornendo i dati richiesti da Bruxelles. Temu è stata designata lo scorso maggio come una piattaforma online molto grande (Vlop nell’acronimo inglese) ai sensi del Dsa, avendo più di 45 milioni di utenti attivi in Ue secondo quanto dichiarato dalla stessa compagnia. Lo scorso mese, Temu aveva registrato un aumento del suo bacino di utenti, arrivati a quota 92 milioni.
Le operazione della Commissione nei confronti di Temu si inseriscono nel quadro di una discussione più ampia sull’e-commerce nell’Unione, che coinvolge anche, tra gli altri, l’altro colosso cinese AliExpress. Stando ai funzionari dell’esecutivo Ue, Temu sta imparando che per rimanere (e crescere) all’interno del mercato unico occorre giocare rispettando le regole, che in questo ambito possono essere particolarmente complesse.