Bruxelles – Non c’è più solo Viktor Orbán a mettere in crisi l’unità dei Ventisette nei confronti della Russia di Vladimir Putin. Ora i cavalli di Troia del Cremlino in Ue sono almeno due, dato che al premier ungherese si è aggiunto l’omologo slovacco Robert Fico. Il quale è finito al centro della bufera politica (domestica ed internazionale) per un’intervista rilasciata all’emittente televisiva Rossija 1, uno dei canali della propaganda del regime russo, in cui ha sconfessato la posizione dei partner occidentali rispetto alla guerra in Ucraina.
“Un orribile furetto traditore”, lo ha definito l’ex primo ministro Igor Matovič, membro di Slovacchia, un partito populista di centro-destra dell’opposizione. Il premier e leader di Smer – un partito (da cui proviene anche l’eterno commissario slovacco Maroš Šefčovič) che si definisce progressista ma che è stato sospeso dai Socialisti europei nell’ottobre 2023 a seguito dell’erosione dello Stato di diritto a Bratislava – Robert Fico è comparso mercoledì (30 ottobre) nel talk show politico 60 minuti condotto su Rossija 1 da Olga Skabeeva. La giornalista, che è sotto sanzioni da parte di Ue e Stati Uniti, è conosciuta anche come “la bambola di ferro della tv di Putin” per le sue dure critiche alle opposizioni russe e ai Paesi occidentali.
Nella sua intervista, il capo dell’esecutivo slovacco ha accusato quelli che tecnicamente sono i suoi alleati occidentali di “prolungare la guerra” in Ucraina tramite il loro sostegno a Kiev, ha liquidato come “inefficaci” le misure restrittive imposte contro Mosca e si è dichiarato pronto a negoziare con Putin in persona per cercare una soluzione al conflitto. “L’Ue dice agli ucraini: Eccovi le vostre armi, eccovi i vostri soldi, combattete, basta che non ci disturbiate, non vogliamo più avere niente a che fare con questa guerra”, ha detto Fico in un messaggio preregistrato, aggiungendo che sta considerando di recarsi nella capitale russa il prossimo 9 maggio per celebrare l’80esimo anniversario della vittoria contro la Germania nazista nella Seconda guerra mondiale (nella sanguinosa campagna sul fronte orientale, che i russi chiamano Grande guerra patriottica e che vide l’Armata rossa ricacciare indietro la Wehrmacht fino a Berlino).
Com’era prevedibile, l’apparizione di Fico sui canali di propaganda del regime putiniano hanno scoperchiato un ginepraio nella politica slovacca, con le opposizioni che sono salite sulle barricate per attaccare il premier. Il leader di Slovacchia progressista, Michal Šimečka, ha bollato l’intervista di Fico come una “vergogna”, mentre il deputato di Libertà e solidarietà Juraj Krúpa l’ha condannata come un gesto “senza precedenti”.
Ma l’eco delle parole di Fico hanno travalicato i confini slovacchi. Per l’eurodeputata ceca Danuše Nerudová (Ppe), il capo del governo di Bratislava ha confermato di essere “una minaccia per la sicurezza europea”. E, naturalmente, nemmeno in Ucraina l’hanno presa bene: “Fico può trasferirsi a Mosca se ama la Russia così tanto”, ha commentato su X il deputato Oleksiy Goncharenko.