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    Home » Politica Estera » Allargamento Ue 2/ Il sogno dell’Ucraina di accedere all’Ue diventa sempre più concreto

    Allargamento Ue 2/ Il sogno dell’Ucraina di accedere all’Ue diventa sempre più concreto

    Nella presentazione del pacchetto annuale di allargamento Ue 2024, il Paese ha registrato dei buoni progressi. Limitati alcuni specifici capitoli, anche a causa del contesto bellico, ma massimo supporto europeo per l'adesione

    Noemi Morucci di Noemi Morucci
    30 Ottobre 2024
    in Politica Estera
    HRVP Joseh Borrell. Credit: John Thys / AFP

    HRVP Joseh Borrell. Credit: John Thys / AFP

    Bruxelles – Il sogno dell’Ucraina di accedere all’Unione Europea sembra sempre più vicino. Dopo la prima conferenza intergovernativa di giugno 2024, l’esame dei requisiti del Paese procede senza difficoltà. Se l’Ucraina riuscirà a soddisfare tutte le condizioni, sarà possibile partire quanto prima con l’apertura dei negoziati.

    L’Ucraina è uno dei nove paesi candidati all’adesione comunitaria. Dopo l’aggressione russa, il Paese ha chiesto di potere entrare in Ue e nell’estate 2022 la Commissione europea ha raccomandato lo status di candidato, a cui il Consiglio dell’Ue ha dato il proprio benestare all’unanimità. Poi, nel novembre 2023, l’apertura dei negoziati.

    Per valutare lo status dei candidati e il loro progressi, la Commissione prepara ogni anno il pacchetto di allargamento Ue. Concretamente, nella presentazione di oggi (30 ottobre), il Commissario per il vicinato e l’allargamento Oliver Varhelyi ha spiegato come questo fornisca “una valutazione concreta ed equa dei progressi dei nostri partner, insieme a una guida chiara, che consente loro di individuare i punti in cui l’accelerazione delle riforme può guidare i loro progressi verso l’adesione all’Ue”.

    L’Ue per prima si impegna per favorire l’adesione dei candidati. Il caso ucraino è sui generis, perché il supporto economico europeo è arrivato in funzione del conflitto contro la Russia, con un ammontare totale di 122 miliardi circa, “a supporto dell’Ucraina e dei suoi cittadini”. Impegno economico che si associa ad un fermo sostegno per “l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale”. Uno dei pacchetti, per esempio, è lo Strumento per l’Ucraina, che copre fino a 50 miliardi di euro e ha lo scopo di supportare il paese su tre pilastri fondamentali, relativi al bilancio dello Stato, un quadro di investimenti funzionali a ripresa e ricostruzione del paese e assistenza tecnica per permettere di realizzare le riforme.

    Ogni paese che ambisce ad entrare nell’Ue deve raggiungere il cosiddetto acquis comunitario. Acquis che non è altro che l’insieme di diritti e obblighi che sono alla base del diritto dell’Ue e devono essere accettati ed integrati nelle legislazioni nazionali dai paesi entranti.

    Analizzando il report sulla situazione ucraina, fa ben sperare il generale allineamento con le raccomandazioni precedentemente ricevute dalla Commissione. Riguardo la democrazia, su cui il paese ha fatto dei progressi, si registra che “le principali strutture istituzionali per l’integrazione nell’Ue sono state create”, ponendo le basi per il futuro. Mancano delle riforme per avere piene garanzie dei diritti umani, come l’implementazione della Convenzione di Istanbul sul contrasto alla violenza sulle donne, per quanto si segnala che il paese ha fatto dei buoni progressi. Altrettanto sul contrasto alla corruzione, sull’indipendenza del giudiziario e sulla tutela della libertà di espressione, su cui la Commissione ha registrato che mancano ancora molti elementi.

    Sull’economia, la strada percorsa è buona, ma l’Ucraina sconta il prezzo di due anni di guerra sul proprio territorio. In generale, il funzionamento dell’economia interna progredisce, ma paga la competitività, su cui il Paese ha le risorse per fare pochi progressi. Allo stesso modo non ci sono dei grandi miglioramenti sul controllo finanziario. Nessuna fumata bianca per il mercato interno, su cui in generale l’Ucraina non ha recepito le precedenti raccomandazioni della Commissione. Delle quattro libertà di movimento fondamentali, che coinvolgono capitali, merci, servizi e lavoratori, le prime tre registrano qualche sviluppo, mentre quella dei lavoratori non vede alcun progresso fatto.

    Migliore performance è quella sulla sicurezza e sulla difesa, per cui si registra un “elevato livello di allineamento” con la politica estera e di sicurezza comune dell’Ue e un significativo rafforzamento della cooperazione militare con l’Ue. Ci si aspetta che il paese continui a condividere le posizioni europee nei confronti della Russia e il “piano per la vittoria” presentato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky potrebbe contribuire su questi punti.

    Il conflitto che ormai imperversa da due anni sul territorio del Paese ha impattato sul perfezionamento di altri macro-ambiti, come l’agricoltura, i trasporti o la transizione verde. Nonostante ciò, l’Ucraina ha un “buon livello di preparazione” nel campo dell’energia e sono stati presi impegni legislativi sulle energie rinnovabili. L’energia è stato un grande tasto dolente della guerra in Ucraina, anche se ora si vocifera di accordi con la Russia per limitare gli attacchi alle strutture energetiche, che sono state danneggiate tanto da minare la sicurezza degli approvvigionamenti.

    “Gli ucraini stanno combattendo due battaglie allo stesso tempo“, ha dichiarato l’Alto rappresentante Joseph Borrell, “una sul campo di battaglia, una vera e propria guerra, e la seconda per portare avanti le riforme necessarie a diventare uno Stato membro“. Il supporto europeo, come ricordato, è su tutti i fronti, visto che “l’adesione all’UE è la massima garanzia di sicurezza che possiamo offrire all’Ucraina“, come ricorda Borrell. Per cui, l’ingresso dell’Ucraina è auspicabile come segnale politico, come scelta strategica e come contributo alla difesa del paese dell’Unione europea nel suo insieme.

    Tags: allargamentoBorrellcandidatinegoziatiOlivér Várhelyiukraine

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