Bruxelles – Ue-Cina, la Commissione europea rompe gli indugi e impone a titolo definitivo i dazi sulle auto elettriche dei produttori cinesi vendute nel mercato unico. L’esecutivo comunitario pubblica il regolamento attuativo che farà scattare le tariffe commerciali da applicare al prezzo di vendita del ‘made in China’ venduto in Europa. Scattano dunque sovra-costi per le quattro ruote a batteria di Saic (35,3 per cento), di Geely (18,8 per cento), Byd (17 per cento) e anche per Tesla (7,8 per cento). Balzelli che si aggiungono a quelli già in vigore e pari al 10 per cento del valore commerciale delle diverse vettura pulite, e che potranno essere riscossi retroattivamente fino a tre mesi dall’imposizione dei dazi provvisori, decretati il 4 luglio scorso.
La decisione della Commissione europea arriva dopo i tentativi andati a vuoto di una soluzione amichevole e concordata con la controparte cinese, con cui ora il rischio concreto è quello di una vera e propria guerra commerciale aperta. Il governo della Repubblica popolare ha già risposto alle mosse europee con restrizioni sugli alcolici importati dall’Ue, e prima ancora aveva annunciato l’avvio di indagini su presunte misure anti-concorrenziali per i prodotti lattiero-caseari a dodici stelle venduti nel Paese, inchiesta letta a Bruxelles come vera e propria ritorsione commerciale.
L’obiettivo dell’esecutivo comunitario è quello di evitare un’escalation. Se da una parte sulle auto elettriche delle e dalla Cina si impongono dazi che resteranno in vigore cinque anni con la possibilità di un’eventuale estensione, dall’altra parte si continua a negoziare per arrivare ad una fine della guerra dei dazi e congelare questi ultimi quanto prima. I tecnici della Commissione sono pronti anche a rendersi a Pechino, quando e se le condizioni lo renderanno possibile e necessario, anche se al momento non è in calendario alcun viaggio né alcun incontro.
A Bruxelles regna comunque un senso di frustrazione per una decisione che si sarebbe voluta evitare. “Ci siamo impegnati in buona fede e continuamente” con i colleghi cinesi, ammettono in Commissione. Ma siccome le verifiche dell’Ue hanno confermato “chiara evidenza di violazione delle regole”, alla luce di negoziati infruttuosi il team von der Leyen tiene il punto.
“Adottando queste misure proporzionate e mirate dopo un’indagine rigorosa, stiamo difendendo pratiche di mercato eque e la base industriale europea“, sottolinea il commissario per il Commercio, Valdis Dombrovskis. “Parallelamente, rimaniamo aperti a una possibile soluzione alternativa che sarebbe efficace nell’affrontare i problemi identificati e compatibile con l’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto)”.