Bruxelles – Grande coalizione addio. La maggioranza europeista non c’è più, e l’alleanza tradizionale Popolari-socialisti-liberali con l’appoggio esterno dei Verdi scricchiola. Lo strapotere del Ppe dà indubbiamente una forza tutta nuova al centro-destra europeo, che però vira troppo a destra per i malumori crescenti di socialisti. Sono soprattutto dalle fila dei gruppo S&D e Greens a levarsi le critiche per orientamenti sempre più difficili da digerire. “Noi sappiamo cosa vuol dire stare con l’estrema destra”, attacca Iratxe Garcia Perez, capogruppo socialista in Parlamento europeo, decisa a provare a tenere la barra a dritta. “Tendiamo la mano al Ppe per evitare un doppio gioco, e una politica di doppie alleanze”, spiega in conferenza stampa: “Ma dobbiamo chiedere a Manfred Weber [capogruppo del Ppe, ndr] che intenzioni abbia“.
L’immediato passato della nuova legislatura europea è già troppo costellato, a detta dei socialisti, di avvenimenti che preoccupano. Un voto sul Venezuela del Ppe con sovranisti e conservatori, un calendario di audizione frutto dell’accordo tra popolari ed estrema destra, precedenti che inducono riflessioni interne ai gruppi. Potrebbero anche non votare la fiducia alla prossima Commissione von der Leyen. Un’ipotesi non esclusa apertamente. “Faremo le nostre valutazioni, anche alla luce delle audizioni”, dice la capogruppo socialista. Che attacca il Ppe sul capitolo immigrazione: “La direttiva sui rimpatri è stata insabbiata dal Ppe, che adesso torna a metterla al centro dell’agenda perché lo vogliono le forze di estrema destra”.
Sull’immigrazione si consuma anche lo strappo con Commissione e Consiglio Ue, e quell’impostazione tanto cara al governo Meloni di “nuovi modi” per fermare i flussi. “Non siamo a favore di nessuna iniziativa che viola il diritto internazionale“, continua Garcia Perez in riferimenti al protocollo Italia-Albania.
Anche tra i Verdi gli attacchi frontali al capogruppo Ppe non mancano. “Weber sa perfettamente quali sono le maggioranza possibili“, sottolinea Bas Eickut, co-presidente dei Greens. “Partiamo dalla maggioranza che ha sostenuto von der Leyen” per un secondo mandato, aggiunge a ricordare la convergenza popolari-socialisti-liberali-verdi. Gli fa eco Terry Reintke, co-presidente dei Verdi in Parlamento. “Serve una maggioranza pro-Europea. Il Ppe dovrebbe lavorare con chi vuole costruire l’Europa” e non distruggerla, critica apertamente l’esponente dei verdi tedeschi.
I liberali affrontano il tema immigrazione per mettere in discussione le scelte compiute dal Ppe e dal suo leader Weber. Ai popolari che tessono le lodi dell’accordo tra Roma e Tirana per la gestione dei flussi dei richiedenti asilo Valerie Hayer (Renew) fa notare che “questo protocollo non risolve il problema, è solo una misura populista di Giorgia Meloni”. I liberali europei, scandisce, “si oppongono totalmente alle soluzioni innovative come quella Italia-Albania“, e nel farlo consumano lo strappo con i popolari e il lodo modo di affrontare e gestire il dossier, nella pratica e nelle alleanze.
La grande coalizione già traballa. La nuova legislatura sembra già essere a un bivio.