Bruxelles – Le piccole e medie imprese italiane (Pmi) vogliono farsi sentire in Europa. E Confederazione Nazionale dell’Artigianato e delle Piccole e Medie Imprese (Cna) in un evento di incontro (16 ottobre) con i membri del Parlamento europeo ha presentato le sue idee.
“La Cna decisamente e convintamente è un’associazione europeista“, ricorda Dario Costantini, presidente della confederazione. In Italia, “rappresenta 620 mila soggetti in 1.100 sedi e abbiamo 7.000 dipendenti” ed è parte di un sistema integrato europeo, come membro di Smeunited, l’associazione dell’artigianato e delle piccole e medie imprese in Europa, con circa 70 organizzazioni associate provenienti da oltre 30 Paesi europei.
La collaborazione con Smeunited, dice Costantini, ha permesso a Cna di fare “un’opera che mai avevamo fatto”, creando un decalogo di desideranda delle piccole e medie imprese italiane, che sono state presentate in vista delle elezioni del Parlamento europeo 2024.
La transizione verde e la sostenibilità energetica interessano alle aziende, tanto che Costantini ha ricordato che il riciclo e il riuso dei pezzi scartati nascono dalle piccole realtà, che lo fanno da sempre. Allo stesso modo, la transizione digitale, sulla quale Costantini parla di “miti da sfatare“: le Pmi sono innovative e il 14.6 per cento degli associati utilizza già l’intelligenza artificiale.
Tra le priorità, non erano state dimenticate quelle prettamente economiche, come il completamento del mercato unico, lo sviluppo di una politica industriale comune e la necessità di attrarre investimenti, proponendo un nuovo modello economico capace di attivare capitali pubblici e privati “a sostegno della ricerca e dell’innovazione”. L’impresa va messa al centro per Cna, con la protezione del lavoro e lo sviluppo di una legislazione a misura di imprese, per adottare riforme su misura della Pmi.
Importante anche il discorso della riduzione delle disuguaglianze tra territori tramite le infrastrutture e il dialogo con i Paesi terzi, fornitori di materie prime e manodopera. In chiusura, tra i punti chiave per Cna è stata riportata anche la crucialità del dialogo tra istituzioni e parti sociali.
Cna ha messo sul tavolo quello che le piccole e medie imprese italiane vorrebbero dall’Europa, verso la quale rimane un certo grado di diffidenza. L’Europa ha bisogno di integrare i propri obiettivi con quelli delle Pmi, che “in Italia sono piccole davvero”.
Il Made in Italy, per Cna, va tutelato e va stimolata la componente giovanile della popolazione a recuperare mestieri artigiani, “dal 2008 hanno chiuso 222mila imprese artigiane” dice Costantini. Il presidente lancia poi una proposta agli eurodeputati: un incontro semestrale con i parlamentari europei, che dice “credo faccia bene molto anche a voi”, e un impegno a cadenza annuale per “una sorta di open day dell’artigianato”, con lo scopo di avvicinare l’Ue e il mondo dell’artigianato.