Bruxelles – Contrordine: l’inflazione nell’eurozona si riduce più del previsto. Eurostat modifica le stime preliminari diffuse a inizio mese, e corregge i dati dell’inflazione per il mese di settembre: 1,7 per cento, anziché 1,8 per cento come anticipato. Una riduzione generalizzata che apre la strada ad un altro tagli dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea, che proprio oggi (17 ottobre) si riunisce a Francoforte per la riunione di politica monetaria.
A trainare verso il basso l’indice di inflazione nell’area dell’euro è soprattutto la voce ‘energia’, che segna una marcata frenata (da -3 per cento a -6,1 per cento), seguita dalla flessione dei servizi (da 4,1 per cento a 3,9 per cento).
Da luglio a settembre si registra un tasso di riduzione dell’inflazione di praticamente mezzo punto percentuale mese su mese (-0,4 per cento tra luglio e agosto, -0,5 per cento tra agosto e settembre). In solo due mesi il costo della vita si è ridotto dal 2,6 per cento fino al valore attuale, al di sotto di quello di rifermento del 2 per cento.
Se l’inflazione nell’eurozona si riduce, il ritmo e l’andamento non sono gli stessi. Ben otto Stato membri dell’Ue con la moneta unica (Malta, Portogallo, Slovacchia, Grecia, Croazia, Estonia, Paesi Bassi e Belgio) si trovano oltre l’obiettivo di riferimento, a riprova di una situazione asimmetrica.