Bruxelles – Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che “il processo disinflazionistico è ben avviato“, come dimostrato anche dagli ultimi dati di Eurostat, e per questo motivo del consiglio direttivo della Banca centrale europea. opta per un nuovo taglio dei tassi di interesse dello 0,25 per cento. Un allentamento delle politiche restrittive che segue quello già decretato a settembre, e adesso (in realtà con effetto dal 23 ottobre, ndr) il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale scende al 3,25 per cento, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali passa al 3,40 per cento, e il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale scende a quota 3,65 per cento.
Christine Lagarde torna a ribadire che nella Bce di cui è presidente “non siamo vincolati a un particolare percorso dei tassi“, e che per questo motivo le prossime decisioni continueranno a essere prese, come fatto finora, sulla base dei dati disponibili e le riflessioni sulla “forza di trasmissione della politica economica” sull’economia reale. Non si sbilancia sull’avvenire. “Non prometto niente sulle prossime decisioni, a dicembre valuteremo“, afferma in riferimento alla prossima riunione del consiglio direttivo (12 dicembre). Si potrebbe anche optare per un ulteriore taglio dello 0,25 per cento, ma è tutto rimesso alla prova dei fatti.
Certo, le cose per il momento vanno anche meglio del previsto. L’inflazione dell’eurozona all’1,7 per cento è “il dato più basso da aprile 2021”, sottolinea Lagarde. Ma al tempo stesso “permangono rischi al ribasso” per la crescita e incertezze che potrebbero incidere sull’andamento dell’inflazione, legate essenzialmente alle turbolenze geopolitiche e alle tensioni commerciali. Per questo motivo un rilassamento delle restrizioni di politica monetaria sarà graduale. “I tassi di interesse verranno mantenuti a livelli sufficientemente restrittivi finché necessario” per tornare all’obiettivo di riferimento del 2 per cento.
La Bce si dice pronta e disponibile a vigilare e fare ciò che si riterrà necessario, e invita la politica ad agire allo stesso modo. Si esortano in particolare gli Stati a fare le riforme concordate nel solo del nuovo patto di stabilità. “L’attuazione completa, trasparente e senza indugio del quadro di governance economica rivisto dell’Ue aiuterà i governi a ridurre i deficit di bilancio e i rapporti debito/Pil in modo duraturo”, sottolinea Lagarde. Perciò “i governi dovrebbero ora dare un forte inizio in questa direzione nei loro piani a medio termine per le politiche fiscali e strutturali”.
Non mancano anche indicazioni per la Commissione europea, alle prese con una guerra dei dazi contro la Cina. “Il commercio è un elemento importante” per le previsioni di crescita e gli impatti sull’inflazione, premette la presidente della Banca centrale europea. “Ogni restrizione e ogni barriera conta per un’economia come quella europea, aperta al resto del mondo”. In tal senso “ogni barriera alla possibilità di fare commercio con il resto del mondo è uno svantaggio“, soprattutto in un contesto generale in cui “non vediamo condizioni di recessione”.