Bruxelles – X, il noto servizio di messaggistica on-line di proprietà di Elon Musk, “non dovrebbe essere designato come gatekeeper” ai sensi del Digital Market Act (Dma), il regolamento che intende evitare l’abuso di posizione dominante dei colossi sul web nel mercato unico europeo. La Commissione europea, dopo le verifiche e le valutazioni del caso, giunge alla conclusione che il valore del social network è meno economico di quello che si potesse pensare. X “non è un’importante controllore di ingresso (gatekeeper, appunto) per gli utenti aziendali per raggiungere gli utenti finali” e per questo motivo andrebbe escluso dalle rigide regole europee che possono imporre anche sanzioni fino al 10 per cento del fatturato globale d’impresa.
La decisione presa a Bruxelles è in sostanza una vittoria dello staff di Elon Musk, che ha risposto ai rilievi mossi dall’esecutivo comunitario con l’indagine avviata il 13 maggio scorso, quando invece il sito di prenotazioni on-line Booking era stato dichiarato colosso del web e per questo inserito nella lista dei grandi operatori su cui operare la stretta.
Si afferma dunque la linea di difesa di X, come conferma la stessa Commissione europea, che ha concluso che il popolare servizio di messaggi brevi “non si qualifica effettivamente come gatekeeper in relazione al suo servizio di social network online”. L’esecutivo comunitario tuttavia avverte che”continuerà a monitorare“ gli sviluppi sul mercato rispetto a questo servizio, qualora dovessero verificarsi cambiamenti sostanziali. Una sottolineatura che implica la possibilità di far scattare le regole dell’Ue in un secondo momento.
X non è come gli altri, non è cioé come Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta, Microsoft, Booking e Ticktok, già inseriti nella lista dell’Ue dei grandi operatori digitali per cui il Dma europeo imporrà nuove regole e comportamenti di mercato. Musk è salvo. Per ora.