Bruxelles – L’iniziativa dei cittadini europei esiste, ma non per i cittadini, che non ne sono a conoscenza. All’interno dell’area dei 27 Stati membri in pochi sanno che esiste la possibilità di proporre leggi di iniziativa popolare, e ancora meno sanno cosa sia nello specifico questo diritto proprio del progetto di integrazione. L’ultimo sondaggio Eurobarometro concepito per stabilire quando gli europei siano attenti allo Stato di diritto rivela invece l’inconsapevolezza di diritti esistenti ma non sfruttati.
Eppure l’iniziativa dei cittadini è già ‘maggiorenne’, essendo entrata in vigore nel 2012 dopo l’introduzione del trattato di Lisbona. Eunews, con il suo glossario sull’Unione europea, aiuta a orientarsi anche su questo istituto di partecipazione democratica. L’iniziativa dei cittadini consente a un milione di uomini e donne di almeno un quarto degli Stati membri dell’Ue di chiedere alla Commissione europea di proporre una normativa in uno dei settori di sua competenza. Per raccogliere il milione di firme i promotori dell’iniziativa hanno un anno di tempo, e le firme devono essere autenticate dalle autorità competenti di ciascuno Stato membro. Una volta conclusa l’iniziativa dei cittadini, la Commissione ha tre mesi per esaminarla e decidere come intervenire. L’iniziativa può essere accettata come respinta, ma resta ferma la partecipazione attiva di una popolazione invece molto passiva.
Eurobarometro chiede ai cittadini europei se sanno di avere questo diritti di iniziativa legislativa, e il responso, nei fatti, è ‘no’. Nell’Ue solo il 18 per cento degli intervistati sa che esiste questo istituto e come funziona, mentre un 23 per cento ne ha sentito parlare ma non saprebbe spiegare di cosa si tratti. Risultato: la maggioranza degli europei (59 per cento) non sa che esiste un’iniziativa dei cittadini per produrre le norme che poi disciplineranno la vita di tutti i giorni
Un situazione a cui non fa eccezione neppure l’Italia, Paese fondatore dell’Unione europea. Nello Stivale c’è una maggioranza assoluta (53 per cento) di persone che ignorano che possono stimolare l’esecutivo comunitario a intervenire laddove ritengono che sia necessario (e laddove si può presentare richiesta di intervento normativo).
Unione europea e partecipazione democratica, nell’Ue si registra la scollatura tra società civile e politica. Ma soprattutto, alla luce dell’indagine condotta tra il 3 marzo e il 6 aprile 2024, emerge una volta di più una cittadinanza europea ignara della realtà in cui vive, e di quanto l’Unione europea significhi. Un esempio, in tal senso, è la non consapevolezza di poter circolare liberamente tra uno Stato membro e l’altro.