Dall’inviato a Strasburgo – “L’edilizia abitativa sostenibile, dignitosa e a prezzi accessibili è in cima all’agenda dell’Ue”. Parola di Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea uscente, che lascerà al prossimo esecutivo l’arduo compito di risolvere la crisi abitativa che attanaglia il vecchio continente. All’Eurocamera di Strasburgo per un dibattito sul diritto alla casa, Schinas ha rilanciato la promessa fatta da Ursula von der Leyen per il nuovo mandato: un piano europeo per gli alloggi a prezzi accessibili.
Un problema non più rimandabile, perché rimandare significa aggravarlo sempre di più. Secondo Eurostat, dal 2010 a oggi i prezzi delle case in Ue sono aumentati in media del 52 per cento e gli affitti del 25 per cento. E nonostante le difficoltà a raccogliere dati certi, la Federazione europea delle organizzazioni nazionali che lavorano con i senzatetto (Feantsa) nel 2020 ha stimato che almeno 700 mila persone senza fissa dimora dormissero per strada o in alloggi di emergenza o temporanei in tutta l’Unione europea. Con un aumento, rispetto ai censimenti di dieci anni prima, del 70 per cento. Sempre nel 2020, l’Ocse ha stimato invece un totale di circa 900 mila persone senza fissa dimora in 21 Stati membri in cui è riuscita ad avere accesso ai dati.
Secondo Schinas i tempi per “affrontare le cause strutturali della crisi abitativa” sono maturi. Per la prima volta, l’Ue avrà un uomo focalizzato sul compito: il socialdemocratico danese Dan Jørgensen, a cui Ursula von der Leyen ha affidato il portafoglio sull’Energia e l’Edilizia abitativa. “Una delle nostre richieste principali per la Commissione 2024-29”, ha rivendicato in una nota il gruppo dei socialisti al Parlamento europeo. Anche all’Eurocamera, è stata creata una nuova commissione speciale per l’edilizia abitativa.
Nei piani della famiglia socialista, il piano nelle mani di Jørgensen dovrà prevedere “enormi investimenti per proteggere i tre quinti inferiori della società dai costi record degli alloggi”, mettere mano alle norme Ue sugli aiuti di Stato “per ridurre le barriere e consentire gli investimenti nell’edilizia abitativa”, mettere nero su bianco che “i fondi di investimento dell’Ue possono essere utilizzati solo per alloggi a prezzi accessibili e non per affitti turistici” e che “gli alloggi sociali in affitto devono essere gestiti dalle autorità pubbliche, non dai fondi di investimento”.
Secondo gli S&d, ad oggi “oltre il 10 per cento delle famiglie europee spende più del 40 per cento del proprio reddito per le spese abitative”. Una quota destinata a cresce a causa delle distorsioni di un mercato immobiliare “disfunzionale e speculativo”. Nel suo intervento in Aula, la capogruppo socialista, Iratxe Garcia Perez, ha avvertito che “il sostegno della famiglia progressista alla nuova Commissione è subordinato” all’elaborazione di un piano che inverta drasticamente la rotta.
Il vicepresidente Schinas ha parlato di una “strategia mirata per la costruzione di alloggi” e di “assistenza tecnica alle città e agli Stati membri”. Ma oltre agli strumenti di regolamentazione e pianificazione, ha ammesso che c’è bisogno di “risorse aggiuntive e di un migliore utilizzo di quelle esistenti”. L’idea della Commissione europea è di appoggiarsi alla Banca Europea degli Investimenti (Bei) e implementare “una piattaforma di investimenti paneuropea per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili”. Inoltre, l’esecutivo Ue proporrà di consentire agli Stati membri di raddoppiare gli investimenti previsti dalle Politiche di coesione per gli alloggi a prezzi accessibili. Schinas ha incluso inoltre la revisione delle norme sugli aiuti di Stato, “che ci consentirebbe di attivare misure di sostegno all’edilizia abitativa”. Il vicepresidente Ue ha precisato che il Piano è fondamentale anche per gli obiettivi del Green Deal e per combattere la povertà energetica.
Per Dario Tamburrano, eurodeputato del Movimento 5 Stelle, l’Ue non deve incoraggiare solamente “l’efficientamento energetico-ambientale delle abitazioni, ma anche garantire che gli inquilini, soprattutto i più vulnerabili, non siano vittime di aumenti insostenibili dei canoni locativi o di sfratti dopo le riqualificazioni”. D’altra parte, il capodelegazione della Lega a Bruxelles, Paolo Borchia, ha espresso i propri dubbi sulle “politiche abitative sostenibili e alla portata” annunciate dall’Ue. Per Borchia il problema è “chi paga” per efficientare il parco immobiliare residenziale degli Stati membri. “Come al solito, dopo aver sentenziato la condanna, Bruxelles chiede agli Stati di arrangiarsi e inventare soldi che non ci sono”, ha polemizzato l’eurodeputato del Carroccio.