Dall’inviata a Strasburgo – “Tassare i ricchi” per poter ridurre la diseguaglianza globale. Non è la prima volta che si parla di redistribuzione e giustizia fiscale in questi termini, ma per l’iniziativa della presidenza brasiliana del G20 esiste una proposta concreta, e ne ne parla anche a Strasburgo.
A supporto della proposta, uno studio dell’economista francese Gabriel Zucman. L’idea è di introdurre una tassazione del 2 per cento (minimo) sulla ricchezza dei miliardari del mondo, che genererebbe un gettito di 200-250 miliardi di dollari all’anno. “Sarebbero interessati solo gli individui con un patrimonio netto elevatissimo e con pagamenti fiscali particolarmente bassi“, si legge nel documento. In concreto, le circa 3.000 persone che hanno un patrimonio di circa un miliardo di dollari.
Grande interesse per la proposta brasiliana, che si colloca in una secolare discussione sulle ineguaglianze globali, a cui i ricchi del pianeta contribuiscono in maniera consistente. La Francia, con il nuovo premier Barnier, introduce una tassazione verso i connazionali più ricchi, portandosi avanti con il lavoro (anche se lo fa per la riduzione del debito pubblico). Il premier spagnolo Sanchez ha preso una posizione ancora più forte: “Lanceremo nuove azioni per frenare i privilegi sproporzionati di alcune élite e per tassare coloro che hanno già abbastanza soldi in banca per vivere 100 vite“. Per quanto lo scopo sia differente, le due misure dimostrano che il tema sta entrando effettivamente a fare parte delle politiche europee.
Per quanto riguarda l’Unione, la proposta del G20 offre la spalla per tornare a parlare del tema. Il gruppo dei socialisti supporta da tempo il tema della tassazione proporzionata al reddito “per realizzare un’Europa più equa e sostenibile“. Le risorse derivanti da questa nuova imposta permetterebbero di finanziare gli obiettivi europei di lungo termine, investendo sulle iniziative sociali e climatiche.
“Oggi il reddito dei lavoratori rimane una delle principali fonti di finanziamento pubblico nell’UE, in quanto rappresenta il 51,4 per cento del PIL, mentre il gettito delle imposte sul capitale rappresenta solo l’8,5 per cento. Questo alimenta divari di ricchezza sempre più ingiusti e insostenibili nelle nostre società”, per Gabriele Bischoff, vicepresidente S&D per l’economia sostenibile, l’Europa sociale e il mercato unico.
Dello stesso avviso Pasquale Tridico, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo: “Un sistema fiscale più equo rafforzerebbe la lotta contro il cambiamento climatico, visto che il 10% più ricco è responsabile del 50% delle emissioni di CO2 a livello globale. Aumenterebbe anche la domanda, e la crescita economica sarebbe più forte. La nuova Commissione europea presenti su questo una proposta legislativa, noi siamo pronti a discuterla nell’interesse dei cittadini europei”.
“La battaglia culturale che stiamo conducendo da anni comincia a dare i suoi frutti. Persino il G20 chiede una tassa sui miliardari”, dice Manon Aubry, copresidente della Sinistra. Aubry ha dato dei numeri concreti in relazione alle sproporzioni di ricchezza nel vecchio continente, facendo l’esempio di Bernard Arnault. Per raggiungere la ricchezza del ceo di Lvmh (gruppo finanziario di moda e cosmetica, che racchiude gruppi come Louis Vuitton e Sephora) ci vorrebbero “più di 10 milioni di anni di lavoro con il salario minimo”, dice Aubry.
Anche i Patrioti per l’Europa, con le parole dell’eurodeputato Pierre Pimpie, hanno espresso accordo per la proposta della tassazione, ma con delle precisazioni. “Siamo d’accordo sulla necessità di tassare in modo più consistente queste grandi fortune, ma è fondamentale che ogni Stato mantenga il controllo sulle entrate fiscali che riceve“, spiega Pimpie, specificando che per i PfE non saranno ammessere interferenze nelle competenze statali.
“I capitali possono facilmente spostarsi attraverso le frontiere. Pertanto, non ci dovrebbero essere dubbi sul fatto che l’intervento a livello sovranazionale e nelle sedi multilaterali è ciò di cui abbiamo bisogno”, ricorda in conclusione Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione. Bisogna costruire su due fronti: tassazione per ridurre la diseguaglianza e cooperazione con il resto dei partner internazionali per avere misure efficaci. Conclude Schinas: “Tutti i contribuenti, e in particolare le persone con un patrimonio netto molto elevato, dovrebbero e devono pagare la loro giusta quota di tasse“.