Bruxelles – Segnali positivi, incertezze derivate da tensioni geopolitiche che fanno soffiare “venti contrari” ad una crescita che il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, si attende “moderata” ma comunque presente per l’eurozona. Le previsioni economiche d’autunno saranno svelate solo il 15 novembre, ma con oltre un mese di anticipo lo stesso Gentiloni offre anteprima, confidando pubblicamente in occasione della riunione dell’Eurogruppo a Lussemburgo, che “più o meno pensiamo che lo 0,8 per cento di crescita precedentemente previsto non sarà lontano dalla realtà, nonostante le difficoltà di alcuni Stati membri”.
Può sembrare poco, visto che sul 2025 il commissario per l’Economia non offre prospettive di alcun genere, ma Gentiloni azzarda, per il 2024, un dato considerato come ormai consolidato, che conferma quello offerto in occasione delle previsioni economiche pubblicate a maggio. Il motivo di questo ‘slancio’ è giustificato da un mix di elementi di varia natura. Da una parte ci sono i segnali positivi per l’economia dei Paesi Ue con la moneta unica, innanzitutto un calo dell’inflazione, “per la prima volta dopo oltre tre anni al di sotto dell’obiettivo di riferimento della Banca centrale europea”, vale a dire il 2 per cento. A settembre ha toccato quota 1,8 per cento, soprattutto per via di prezzi dell’energia molto più bassi, e questa non c’è dubbio che “è una buona notizia”, scandisce Gentiloni.
C’è poi il mercato del lavoro che “rimane storicamente forte”, e che dunque aiuta a guardare con fiducia all’immediato futuro. Gentiloni però non nega che restano fattori di rischio, legati soprattutto alle incertezze geopolitiche, a cominciare dalla guerra in Medio Oriente, che “non produce solo vittime, tragedie e tensioni, ma pure venti contrari per la situazione economica, per ciò che riguarda il commercio, l’andamento dei prezzi del petrolio”. Per il momento i servizi della Commissione europea rilevano “impatti limitati” sul listino del greggio, ma non per questo si osserva con tranquillità l’andamento di situazione e mercati.
Probabile dunque che la Commissione europea preferisca mantenere un approccio cauto, e pubblicare stime prudenziali per quanto riguarda l’andamento del Prodotto interno lordo di Euroloandia e dei suoi Stati membri. Gentiloni offre quello che può, ma già il fatto che almeno sulle prospettive di crescita per il 2024 è indice di una certa fiducia. Sullo sfondo restano anche le decisioni che sarà chiamata a prendere la Bce il 17 ottobre: la scelta di un eventuale altro taglio del costo del denaro prestato e quindi un nuovo ritocco all’ingiù dei tassi di interesse potrebbe aiutare, e non poco, l’esecutivo comunitario nel suo esercizio di previsione. Guerre permettendo, e sempre che nel frattempo le tensioni sino-europee innescate dai dazi Ue alle auto elettriche cinesi non sfocino in una guerra commerciale.