Bruxelles – Un anno fa, il 7 ottobre 2023, Hamas lanciava un attacco senza precedenti a Israele, uccidendo 1.400 persone tra civili e militari, e trascinandone a Gaza altre 240. Da quel giorno, l’esercito israeliano ha messo sotto assedio totale la Striscia di Gaza. A distanza di un anno, l’enclave palestinese è ridotta a cumuli di macerie, oltre 41 mila palestinesi sono rimasti uccisi nei bombardamenti israeliani, quasi 100 mila feriti. Oggi, il Parlamento europeo ha reso omaggio con un minuto di silenzio a “tutte le vittime innocenti”.
La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha aperto la sessione plenaria di Strasburgo ricordando “l’orrore di quella giornata che durerà in eterno”. E ribadendo che “nulla potrà mai giustificare l’omicidio di massa, lo stupro, il rapimento e la tortura”. In aula era presente una delegazione delle famiglie degli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza, ai quali gli eurodeputati hanno rivolto un lunghissimo applauso. Metsola ha poi lasciato la parola all’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell, che ha passato l’ultimo anno a rincorrere i Paesi membri e richiamarli all’unità su un conflitto che invece ha fatto luce sulle divisioni e sulla conseguente insignificanza dell’Unione europea in Medio oriente.
“La tragedia è che l’Europa è profondamente assente da questo conflitto, probabilmente per il fatto che gli Stati membri, che sono quelli che dettano la politica estera, sono profondamente divisi”, ha ammesso il capo della diplomazia europea. Spettatrice di uno scenario che “non fa che peggiorare”. Dopo un anno, “l’intero Medio Oriente è sull’orlo di una completa conflagrazione che la comunità internazionale sembra incapace di controllare“, ha proseguito Borrell. Allarmato dai bombardamenti israeliani “in aree densamente popolate del Libano”, dal lancio di missili dall’Iran contro Israele, dai “nuovi sviluppi particolarmente preoccupanti in Cisgiordania”.
Alla base di tutto, per Borrell c’è però una questione innegabile. E cioè che “la soluzione dei due Stati, l’unica che conosciamo per cercare di costruire la pace, non ha l’appoggio di una delle parti più importanti del problema”. L’attuale governo di Israele. Un governo che, nella cieca risposta ad Hamas, ha rifiutato qualsiasi indicazione delle istituzioni internazionali, arrivando persino a dichiarare il segretario generale dell’Onu “persona non gradita” sul proprio territorio nazionale.
E allora, per Borrell, “è importante prendere posizione”. Come ha fatto “il presidente della Repubblica francese”, ha aggiunto, facendo riferimento all’appello di Emmanuel Macron di non fornire armi a Israele. L’Alto rappresentante ha sottolineato che “nessuna soluzione militare porterà un futuro ai popoli di Israele e Palestina”, che “un cessate il fuoco immediato su tutti i fronti sia l’unico modo per giungere alla liberazione degli ostaggi e per smorzare questa situazione estremamente pericolosa per la regione”.
Questa mattina, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha rilasciato una nota per l’anniversario dell’attacco di Hamas. Un attentato che “ha portato immense sofferenze non solo al popolo di Israele, ma anche a palestinesi innocenti”. La leader Ue ha richiamato per l’ennesima volta “tutte le parti” ad agire “responsabilmente e con moderazione”. Mentre il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha dichiarato ancora che “un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi sono di estrema urgenza”.
Nel giorno dell’anniversario del 7 ottobre, il Movimento Europeo ha lanciato un appello a Bruxelles, chiedendo di estendere la direttiva sulla protezione temporanea, applicata per la prima volta per i cittadini ucraini e in vigore fino a marzo 2025, alle persone in fuga dai territori in guerra in Medio Oriente “con particolare riferimento alle donne e ai bambini”. Perché “la guerra in Libano, l’escalation militare nella Striscia di Gaza e l’orrore dimenticato nello Yemen stanno provocando milioni di sfollati con una delle peggiori crisi umanitarie nel mondo”. Occorre prendere posizione, come diceva Borrell.