Bruxelles – Un anno in più per l’entrata in vigore del regolamento Ue sulla deforestazione. Alla fine, Ursula von der Leyen cede alle pressioni del suo partito, di diverse cancellerie europee e dei partner internazionali e fa un nuovo passo indietro su quel Green Deal marchio di fabbrica del suo primo mandato alla guida dell’esecutivo europeo. Secondo la proposta presentata oggi (2 ottobre) dalla Commissione europea, l’applicazione della legge slitterà per le grandi imprese dal 30 dicembre 2024 al 30 dicembre 2025. Per micro e piccole, all’estate successiva.
Il Ppe l’aveva definita “un mostro burocratico”, il ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, ne aveva auspicato il rinvio, e partner globali come Brasile e Indonesia avevano lanciato l’allarme sul loro stato di preparazione. Nello specifico il provvedimento denominato Eudr (Regulation on Deforestation-free products), mira a impedire l’ingresso nel mercato unico di prodotti che derivino dallo sfruttamento eccessivo delle aree boschive. Per farlo, impone alle imprese un maggiore controllo della propria catena di approvvigionamento, a cui corrisponde un aumento significativo di oneri burocratici.
La stretta interessa in particolare l’olio di palma, il legno, la carne bovina e la gomma, ma anche diversi materiali associati, come la pelle, il cioccolato, i mobili, la carta stampata e il carbone. Per la prima volta, il regolamento ritiene le stesse aziende importatrici responsabili della propria catena di approvvigionamento: spetterà a loro raccogliere informazioni geografiche precise sui terreni agricoli di produzione di ciò di cui si riforniscono (anche attraverso immagini satellitari). Gli Stati membri dovranno invece garantire sanzioni contro le aziende che non si conformeranno alla legislazione.
“Alla luce dei feedback ricevuti dai partner internazionali sul loro stato di preparazione, la Commissione propone di concedere alle parti interessate un periodo di tempo supplementare per prepararsi”, ha annunciato l’esecutivo Ue. Bruxelles “riconosce che, a tre mesi dalla data di attuazione prevista, diversi partner globali hanno ripetutamente espresso preoccupazioni“. L’ultima volta, in ordine di tempo, durante la settimana dell’Assemblea generale dell’Onu a New York. Non solo: “Anche in Europa lo stato di preparazione delle parti interessate non è uniforme”, ammette la Commissione europea.
Con un anno in più a disposizione, Bruxelles ritiene di poter garantire “un’implementazione senza problemi fin dall’inizio” da parte degli operatori di tutto il mondo. In parallelo, la Commissione Ue ha presentato nuove linee guida per fornire “ulteriore chiarezza” alle aziende e alle autorità di controllo per facilitare l’applicazione delle norme. Le indicazioni coprono una vasta gamma di questioni, come i requisiti di legalità, i tempi di applicazione, l’uso agricolo e i chiarimenti sull’ambito del prodotto.
Il nuovo orizzonte temporale serve anche alla stessa Commissione, che “sta intensificando i dialoghi con la maggior parte dei Paesi interessati” per la stesura del sistema di benchmarking nazionale, con cui verranno classificati i Paesi da cui arrivano i prodotti come a “basso, standard o alto rischio”. L’obiettivo è facilitare i processi di due diligence da parte delle aziende europee e l’applicazione della legge da parte delle autorità competenti. La Commissione ha dichiarato che “la maggior parte dei Paesi del mondo sarà classificata come a basso rischio”.
Se il Parlamento europeo e i Paesi membri approveranno il rinvio proposto dalla Commissione, la legge sarà applicabile il 30 dicembre 2025 per le grandi imprese e il 30 giugno 2026 per le micro e piccole imprese. Queste ultime beneficeranno inoltre di un regime più leggero. Durissimo il commento che arriva da Greenpeace: “La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha condannato le foreste del mondo a un altro anno di distruzione a causa del consumo europeo”.