Bruxelles – In videoconferenza dal Messico, l’Alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri, Josep Borrell, convoca i ministri degli Esteri dei 27 per fare un punto della situazione sul conflitto in Medio Oriente. Mentre si rincorrono le voci di un’invasione via terra dell’esercito israeliano in Libano e Joe Biden dichiara che “preferirebbe” che Netanyahu si fermasse, la riunione intercontinentale Ue conferma l’impotenza della comunità internazionale nei confronti del disastro post 7 ottobre. “Chiediamo un immediato cessate il fuoco tra Hezbollah e Israele”, partoriscono i ministri dopo un’ora di discussione.
Nel frattempo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu lancia appelli alla popolazione iraniana e si erge a liberatore dal regime teocratico, il ministro della difesa Yoav Gallant annuncia che “il prossimo passo della guerra contro Hezbollah comincerà presto”, il gruppo terrorista libanese, così come gli Houthi in Yemen e l’Iran promettono che continueranno la propria lotta contro Tel Aviv. Per la popolazione civile libanese, tutto questo si traduce in “un milione di nuovi sfollati” – ha affermato Borrell – e più di 800 morti in meno di una settimana. Senza dimenticare Gaza, un inferno che sta per celebrare il suo primo nefasto anniversario.
Per Borrell, che pesa le parole perché piacciano a tutti i 27 Paesi Ue, il “massiccio attacco israeliano a Beirut e in Libano” era “certamente mirato ai leader di Hezbollah“, ma “ovviamente rappresenta anche una violazione della sovranità” del Paese dei Cedri. E le vittime civili “non possono essere dimenticate“. Come se ancora ce ne fosse bisogno, il capo della diplomazia Ue dichiara che “molti Paesi membri hanno sottolineato che tutto è iniziato con gli attacchi da parte di Hezbollah dopo il 7 ottobre”.
Bruxelles si adopererà allora per garantire assistenza umanitaria, come fatto a Gaza: Beirut ha richiesto l’attivazione del Meccanismo di protezione civile Ue e la Francia ha offerto medicinali e due ospedali mobili, e la Commissione europea ha annunciato oggi un aiuto umanitario supplementare di 10 milioni di euro per aiutare le popolazioni del Libano colpite dall’escalation.
Parallelamente, il tentativo disperato di rafforzare lo Stato libanese e le sue istituzioni. L’Ue ha annunciato a maggio un miliardo di assistenza a Beirut, di cui 500 milioni sbloccati in agosto. “Siamo pronti ad aumentare il sostegno all’esercito” regolare del Libano, che deve assicurare “la capacità di avere il monopolio della forza”, ha insistito Borrell. Per far cessare il lancio di razzi dal sud del Paese verso il nord di Israele.
“Le armi devono essere messe a tacere e la diplomazia deve essere ascoltata da tutti”, supplica Borrell. Alla fine i 27 si rimettono alle Nazioni Unite, consapevoli di non poter giocare alcun ruolo nella partita. “Chiediamo una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu“, annuncia l’Alto rappresentante dal Messico.