Bruxelles – E’ iniziata la visita di Papa Francesco in Belgio, dove è arrivato ieri sera (26 settembre). Il motivo ufficiale della visita è il 600esimo anniversario dell’Università cattolica di Lovanio, suddivisa nella fiamminga KU Leuven e nella francofona UCLouvain.
Dopo una breve sosta a Lussemburgo, stamattina il papa ha tenuto il primo discorso ufficiale della sua visita apostolica nel palazzo reale di Laeken, alla presenza delle autorità reali, della società civile e del corpo diplomatico. Due i temi chiave: ricordare l’importanza della pace tramite la storia belga e condannare fermamente gli abusi sui minori.
Il Belgio, per la sua storia e la collocazione geografica, illustra bene come la concordia e la pace non possano essere dati per scontati e siano “una missione incessante da coltivare, da curare con tenacia e pazienza”. “In questo momento storico, credo che il Belgio ha un ruolo importante: siamo vicini a una guerra quasi mondiale“, ha aggiunto il Papa a braccio. Per altro, sempre guardando alla storia belga, il pontefice si è augurato che gli Stati sappiano trarne insegnamento e dedicarsi alla costruzione della pace. Allo stesso modo ha lanciato un monito: “Vorrei sottolineare che in qualche Paese gli investimenti che danno più redditi sono le fabbriche delle armi”.
Il re Filippo ha espresso chiaramente il suo sostegno al messaggio di pace del papa ed ha ribadito la chiara denuncia del pontefice riguardo a “quella che lucidamente definisce una terza guerra mondiale a pezzi“. Allo stesso modo, ha riconosciuto il grande impegno di Francesco per combattere gli abusi sessuali sui minori perpetrati da membri della Chiesa. Il fenomeno a marzo ha scosso per l’ennema volta l’opinione pubblica belga, con il vescovo emerito di Bruges Roger Vangheluwe che è stato dimesso dallo stato clericale per abusi compiuti quando era sacerdote.
Le voci delle vittime sono rimaste inascoltate per molto tempo, secondo il re. Il pontefice “ha intrapreso azioni concrete per combattere queste turpi violenze. Dei bambini sono stati orribilmente trattati, segnati per la vita. Lo stesso dicasi per le vittime di adozione forzata”, dichiara il sovrano.
Il primo ministro belga Alexandre De Croo ha usato parole più dure, ribadendo la centralità della dignità umana rispetto agli interessi dell’istituzione chiesa. Il suo commento: “Per poter rivolgere lo sguardo in avanti, la Chiesa deve chiarire il suo passato“.
Su questi temi, il pontefice ha espresso profondo rammarico, accogliendo le critiche riversate sulla Chiesa cattolica. Le sue parole, molto sentite: “Anche per un solo caso che avviene al suo interno, la Chiesa deve chiedere perdono: questa è la nostra vergogna e la nostra umiliazione“. Allo stesso modo parla delle adozioni forzate, ossia la sottrazione dei figli delle ragazze madri per “togliere lo stigma negativo”, un orrore da cui si dice “rattristato”.
La visita, secondo quanto riporta Belga news agency, ha suscitato nuova indignazione per i diffusi abusi nella Chiesa belga durante gli anni. Il pontefice incontrerà anche 15 vittime di abusi sessuali, ma “in assoluta discrezione”.
Nel pomeriggio di oggi (27 settembre), il pontefice visiterà l’Università di Lovanio, di cui ricorre l’anniversario. Nei prossimi giorni ci saranno anche incontri con i leader della Chiesa, come sabato, data in cui terrà un discorso pubblico nella Basilica di Koekelberg a Bruxelles. Domenica, la messa allo Stadio Re Baldovino e il rientro a Roma.