Bruxelles – Una libreria italiana nel cuore del quartiere europeo di Bruxelles accusata di censura dalla cricca del premier ungherese, Viktor Orbán. È successo a PiolaLibri, da oltre 17 anni punto di riferimento della comunità di expat italiani nella capitale Ue. Non solo libri, ma anche aperitivi, eventi e piccoli concerti. Sul locale e sul suo manager, Jacopo Panizza – reo di aver rifiutato di concedere lo spazio per la presentazione di un libro legato all’estrema destra ungherese – si è abbattuta la propaganda anti-Ue di Budapest.
Il volume in questione si intitola ‘The war against the past’, di Frank Furedi, sociologo ungherese e direttore del think thank Mcc Bruxelles, braccio operativo nella capitale europea del Mathias Corvinus Collegium, istituto privato di Budapest largamente finanziato da Fidesz, il partito di Orbán. Il saggio, in pieno stile sovranista, è un appello all’Occidente che deve “combattere per la sua storia” contro i rischi del mondo iperglobalizzato.
Furedi aveva esplorato la possibilità di presentarlo alla Piola, inizialmente concessa e calendarizzata dalla libreria per lunedì 30 settembre. Ma la scorsa settimana, dopo aver messo a fuoco i dettagli dell’evento, i soci della libreria hanno deciso di annullarlo. “Quando ci sono eventi con un lato politico, chiediamo sempre che ci sia un contradditorio, che non sia un’autocelebrazione”, ha spiegato Panizza a Eunews. E in questo caso, “non era previsto alcun contradditorio”.
PiolaLibri, va specificato, non è né un’associazione, né l’equivalente degli italiani Arci o Aics. È una piccola società, i suoi proprietari sono imprenditori, che fanno convivere nello stesso spazio l’enogastronomia e la cultura. E che sono liberi di scegliere il proprio menù così come le proprie iniziative culturali. Negli anni ci sono passati artisti del calibro di Francesco Guccini, Vinicio Capossela e Giorgio Canali, il fumettista Zerocalcare e lo scrittore Paolo Rumiz, ma anche Luca Zaia e Gianfranco Fini.
“Quando viene assicurato un dibattito e delle visioni diverse sono tutti i benvenuti”, ha insistito Panizza. Ma Furedi e il think thank sovranista hanno dato il via ad un “inseguimento mediatico”, accusando PiolaLibri di censura e di aver ceduto a pressioni politiche. “La libertà di parola è minacciata nel cuore dell’Ue“, si legge sull’account X del Mcc Bruxelles, secondo cui “questo incidente rivela la natura profondamente censoria della bolla Ue e l’ipocrisia che esiste e prospera a Bruxelles e in Belgio”.
In Rue Franklin, davanti alla porta rossa della Piola, sono arrivate telecamere e giornalisti ungheresi, membri del think thank e lo stesso Furedi. “Senza però mai chiederci nulla”, sostengono i gestori della libreria. Addirittura Davide, socio di Panizza, ha preso l’occasione per scusarsi con l’autore e spiegargli che “non abbiamo nulla contro il libro” in sé. “Abbiamo fatto un errore di valutazione iniziale“, e la decisione di annullare l’evento “non è stata presa a cuor leggero”, ammettono a PiolaLibri.
Ma la vicenda è “stata impugnata politicamente”, gli orbaniani hanno trovato l’ennesimo capro espiatorio per dare contro a Bruxelles. “Alla fine ci avevamo visto giusto”, affermano con un sorriso Jacopo e Davide. E alla fine, il sociologo ungherese ha trovato lo spazio per presentare il suo libro: al Press club Europe, a pochi passi dalla sede del Consiglio europeo. Con buona pace della censura “imperante” a Bruxelles.