Bruxelles – Le audizioni dei candidati commissari europei si avvicinano, e il Parlamento si sta organizzando. Ci sono due finestre possibili, lavorando intensamente, per poter permettere alla prossima Commissione europea di entrare in carica il prossimo primo dicembre: tra il 14 e il 18 ottobre, al ritmo di 4-6 audizioni al giorno o tra il 4 e il 12 novembre, sempre con lo stesso ritmo. Questa seconda finestra secondo alcuni è la più probabile.
La proposta di queste finestre viene dall’ufficio di Bernd Lange, presidente della Conferenza dei presidenti delle commissioni parlamentari (lui, socialista tedesco, presiede quella sul Commercio internazionale) ed Eunews ha avuto la possibilità di vedere il documento inviato stasera come “Urgente” ai colleghi presidenti, in vista della Conferenza dei presidenti del Parlamento che si svolgerà il primo ottobre e che dovrà stabilire i dettagli definitivi del calendario.
Naturalmente, poi, molto della tempistica dipenderà dalla eventuale bocciatura di uno o più candidati, il che facilmente potrebbe portare ad un rinvio dell’entrata in carica della prossima Commissione europea.
Da notare è che nella proposta di commissioni che condurranno le audizioni per ogni candidato, per Raffaele Fitto oltre a quella competente, gli Affari regionali, ne saranno invitate altre cinque, il che porterà l’italiano ad essere la persona che dovrà rispondere a più commissioni parlamentari, insieme alla collega Finlandese Henna Virkkunnen. Le loro audizioni, come quelle degli altri tre candidati vice-presidenti, dureranno tre ore e mezza, la stessa durata stabilita per tre commissari “semplici” ma con due portafogli (Sefcovic, Dombrovskis e Lahbib). Per gli altri membri il tempo è fissato in tre ore.
Al di là del calendario, cosa chiederanno i deputati ai candidati? La gran parte delle domande saranno specifiche per ognuno, in parte saranno scritte (ed avranno risposte scritte) prima dell’udizione ed in parte saranno poste de visu. Lange propone oggi (27 settembre), come da regolamento, di farne alcune comuni a tutti. Eunews le ha viste. Leggete qui di seguito.
In realtà si tratta di numerose domande, divise in due grandi temi. Il primo riguarda le competenze, l’impegno verso l’Unione e, molto importante, la personale indipendenza.
“Quali aspetti delle sue qualifiche ed esperienze personali sono particolarmente rilevanti per diventare commissario e promuovere l’interesse generale europeo, in particolare nel settore di cui sarebbe responsabile?”, è la prima che viene proposta all’approvazione dei presidenti di commissione. La seconda chiede come il candidato pensa di contribuire “all’attuazione degli orientamenti politici della Commissione?”. Poi si intende chiedere “come attuerà l’integrazione delle questioni di genere in tutte le politiche delle quali sarà responsabile”. Tutti i candidati potrebbero poi sentirsi chiedere “quali garanzie di indipendenza è in grado di fornire e come si assicurerebbe che qualsiasi attività passata, attuale o futura da lei svolta non possa mettere in dubbio l’esercizio delle sue funzioni nella Commissione?”
Il secondo blocco riguarderà la gestione del portafoglio e la cooperazione con il Parlamento europeo. Qui la prima domanda proposta è “come intende garantire che il Parlamento sia debitamente informato sulle sue azioni e su quelle dei suoi servizi?“, alla quale potrebbe seguire la richiesta su come il candidato “si ritiene responsabile nei confronti del Parlamento?”, I deputati però domanderanno anche “quali impegni specifici” i candidati sono disposti a rispettare “in termini di impegno e presenza in Parlamento, sia in commissione che in plenaria, di trasparenza, di cooperazione e di seguito effettivo alle posizioni e alle richieste di iniziative legislative del Parlamento”. Infine una domanda non facile: a proposito delle iniziative “programmate o alle procedure in corso, siete disposti a fornire al Parlamento informazioni e documenti tempestivi su un piano di parità con il Consiglio?”.