Bruxelles – La lista dei candidati per il premio Sakharov 2024 è ufficiale: gli oppositori politici in Venezuela, un attivista azero, le fondatrici di due organizzazioni femministe israeliana e palestinese, i giornalisti palestinesi ed Elon Musk.
Potrebbe stupire il nome di Musk, ad di X e Tesla tra i candidati per il premio con cui l’Unione Europea riconosce il contributo fondamentale del vincitore per i diritti umani. Si premia però anche il contributo dato alla libertà di pensiero, probabile motivo per cui Patrioti per l’Europa e Europa delle Nazioni sovrane hanno ritenuto (per la seconda volta) che l’imprenditore statunitense fosse il candidato ideale. Secondo i due gruppi politici, l’ex-Twitter, dopo la sua acquisizione, avrebbe beneficiato degli sforzi contro la cancel culture fatti da Musk, che si è impegnato a contrastare la censura attraverso i “Twitter Files“. Altro impegno è quello di estendere l’accesso ad Internet nelle aree remote, “promuovendo l’inclusione digitale e l’uguaglianza nell’accesso alle informazioni”.
L’impegno per garantire la democrazia in Venezuela è il motivo della nomina da parte di Ecr e Ppe di Edmundo González Urrutia, presidente legittimamente eletto dalla popolazione, ma vittima di “intimidazioni giudiziarie” da parte del regime di Maduro. I due gruppi politici, già d’accordo sulla difesa dell’opposizione in Venezuela all’Eurocamera, hanno condiviso anche la scelta della candidatura a Uturria, alla quale il Ppe ha aggiunto anche María Corina Machado, come leader delle forze democratiche in Venezuela, anche lei vittima della repressione all’opposizione.
Altra vittima della repressione del dissenso è stato l’accademico e attivista anticorruzione azero Gubad Ibadoghlu, individuato come candidato dai Verdi/Ale. Ibadoghlu è stato arrestato nel 2023 dopo le critiche all’industria petrolifera e del gas del paese, sottoposto a violazioni dei diritti umani, a testimonianza del trattamento che il governo dell’Azerbaigian riserva a chi critica il suo regime (soprattutto per quanto riguarda la gestione dei combustibili fossili).
LaSinistra premia il lavoro indefesso dei giornalisti palestinesi nella Striscia di Gaza. Per svolgere i reportage, dal 7 ottobre 2023, sono rimasti uccisi più di cento corrispondenti in loco, molti hanno subito aggressioni o sono stati arrestati. Nonostante le condizioni pessime, i giornalisti continuano a documentare il conflitto e a raccontare Gaza, spesso “senza protezione o supervisione internazionale“. I candidati sono Hamza Al-Dahdouh, Wael Al-Dahdouh, Plestia Alaqad, Shireen Abu Akleh and Ain Media in onore of Yasser Murtaja e Roshdi Sarraj, per rappresentare la categoria intera dei giornalisti palestinesi.
Collegata al conflitto a Gaza anche la candidatura da parte di Renew Europe e dei socialisti di due associazioni femministe, l’israeliana “Women Wage Peace” e quella palestinese “Women for Sun”, che collaborano per una risoluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese con la partecipazione di donne, giovani e bambini. S&d nella sua nomina ha specificato, considerando la loro collaborazione, Yael Admi and Reem Hajajreh, le leader dei due movimenti (candidate al Nobel per la pace proprio per la loro dedizione alla causa).
Il premio 2023 era stato conferito a Jina Mahsa Amini e al movimento iraniano “Donna, Vita e Libertà”. Per quest’anno si dovrà attendere il mese di ottobre. Il 17 ottobre, dopo la votazione delle commissioni Affari esteri e Sviluppo, verrà annunciata una rosa di tre candidati. Il 24 ottobre la proclamazione del vincitore, o dei vincitori dalla Conferenza dei presidenti (un organo del Parlamento, che oltre alla presidente Metsola comprende anche i leader di tutti i gruppi politici rappresentati nel Parlamento).