Bruxelles – Come sa bene chi è passato attraverso l’infinito processo delle candidature (quelle che gli anglofoni chiamano application) per accedere a qualche posizione lavorativa più o meno ambita, la stesura del curriculum vitae è una delle operazioni più noiose ma allo stesso tempo più problematiche da portare a termine. Scegliere il modello più adatto (Europass o non Europass?), decidere se inserire o meno la propria foto, valutare quali informazioni includere e quanto andare nel dettaglio…
A meno che, certo, non siate stati candidati dal vostro Paese come membro della Commissione europea. In quel caso, almeno a giudicare dai cv dei commissari designati disponibili online, non serve che vi impegniate granché. Sempre che vi vogliate disturbare a fornirlo, naturalmente – alla tarda mattinata del 25 settembre, mancano all’appello quelli della candidata romena Roxana Mînzatu e della bulgara Ekaterina Zaharieva.
Dicevamo, se aveste ottenuto la nomina da parte del vostro governo per far parte del nuovo esecutivo comunitario, avreste in effetti tutta la libertà del mondo per redigere la vostra “nota biografica” (sì, c’è chi l’ha chiamata così, come il polacco Piotr Serafin). Potreste compilare un freddo elenco di titoli professionali affiancati da delle date (come hanno fatto, senza particolare sforzo creativo, la finlandese Henna Virkkunen o l’italiano Raffaele Fitto), dare qualche dettaglio in più (seguendo l’esempio della portoghese Maria Luís Albuquerque) oppure mettere insieme un racconto sintetico della vostra vita in forma discorsiva, adottando la prima oppure la terza persona (nel primo caso, segnaliamo il cv dell’irlandese Michael McGrath, nel secondo quello dell’estone Kaja Kallas). E la foto? Potreste inserirla (come deciso da alcuni, come il francese Stéphane Séjourné o la croata Dubravka Šuica) o anche no, come preferite (sareste in questo caso in compagnia della spagnola Teresa Ribera e del lettone Valdis Dombrovskis, tra gli altri).
Quanto al modello, potreste sbizzarrirvi come meglio ritenete, passando dall’asettico foglio bianco (come lo slovacco Maroš Šefčovič) ad una serie di tabelle (tipo il lituano Andrius Kubilius), da qualcosa di vagamente somigliante ad un Europass (ad esempio le versioni dell’ungherese Olivér Várelhyi e della belga Hadja Lahbib) a un design più sgargiante che somiglia di più ad una presentazione PowerPoint (magari scritta tutta in stampatello maiuscolo, come quella del ceco Jozef Síkela). Infine, pure sulla lunghezza non dovreste sentirvi obbligati da alcun paletto: una pagina può andare (come confermato dall’olandese Wopke Hoekstra), ma se voleste strafare potreste arrivare fino a cinque (vedi Síkela e McGrath).
Le fasi del processo di selezione
Insomma, non fatevi particolari scrupoli. Alla fine, più è importante il vostro lavoro, meno dovrete preoccuparvi di curare una cosa superflua come il cv: se la vostra esperienza già parla per voi, a che pro sforzarsi per riassumerla in un documento? Nel caso vi trovaste mai nella posizione di candidati commissari, comunque, ricordatevi che essere nominati dal vostro Paese è solo il primo passo. A quel punto, dopo che il Consiglio Ue avrà adottato, d’accordo con il capo del nuovo esecutivo comunitario, la lista completa dei membri designati del futuro Collegio, dovrete mandare la vostra dichiarazione di interessi finanziari alla commissione Giustizia (Juri) dell’Eurocamera, che procederà ad un attento screening per verificare che non ci siano conflitti d’interesse.
Se supererete questa fase, sarete dunque sottoposti alle audizioni parlamentari: dovrete presentarvi di fronte alla commissione competente dell’Aula (in base al portafoglio che dovreste detenere), i cui deputati inizieranno a interrogarvi (dopo che avrete esposto il vostro programma) per decidere se siete adatti a diventare commissari e, soprattutto, a ottenere l’incarico per cui siete stati proposti. Un consiglio: non pensate si tratti solo di una formalità! La lista dei commissari designati che sono caduti in queste Forche Caudine è lunga, e non vorrete certo diventare un altro nome in fondo a quell’elenco. Quando questo dovesse accadere, la vostra avventura potrà dirsi conclusa e il vostro governo dovrà sostituirvi con qualcun altro, che ripercorrerà la medesima trafila.
Se, al termine delle audizioni di conferma, i deputati non avranno domande aggiuntive per voi (scritte o orali), i presidenti delle commissioni e i rappresentanti dei gruppi politici che ne fanno parte prepareranno le vostre lettere di valutazione, che verranno esaminate dalla Conferenza dei presidenti di commissione prima e dalla Conferenza dei presidenti poi (quest’ultimo organo riunisce i presidenti dei gruppi politici e la presidente dell’Aula). In questa fase potrebbero essere richiesti ulteriori chiarimenti, dopodiché il processo delle audizioni si chiude.
Ma non è ancora finita. Il nuovo Collegio designato, con i candidati commissari approvati dai deputati, dovrà sottoporsi nella sua interezza ad un voto di conferma durante una sessione plenaria dell’Eurocamera a Strasburgo. Solo dopo l’esito positivo di tale voto (una sorta di mozione di fiducia) la nuova Commissione potrà ufficialmente entrare in funzione. Se siete arrivati fino a qui, congratulazioni! Ora siete a tutti gli effetti un membro dell’esecutivo comunitario, e potete reclamare il vostro posto al Berlaymont per i prossimi cinque anni. Speriamo solo che, qualunque formato di cv avrete mandato, svolgiate un buon lavoro nell’interesse collettivo dell’Unione (e non solo del vostro Paese).