Bruxelles – Silvio Berlusconi e Mediolanum, la Banca centrale europea ha agito contro il diritto dell’Ue impedendo la partecipazione del ‘cavaliere’ all’interno dell’istituto di credito. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Ue, che boccia e annulla la decisione della Bce del 2016, all’epoca dei fatti guidata da Mario Draghi, di vietare l’operazione. La Bce “ha commesso un errore di diritto”, secondo i giudici di Lussemburgo, chiamati a pronunciarsi su un caso non semplice.
Nel 2014 la Banca d’Italia ordina la cessione, entro 30 mesi, della partecipazione di Fininvest in Mediolanum superiore al 9,99 per cento e la sospensione immediata dei diritti di voto all’interno del gruppo, a seguito della condanna di Berlusconi per frode fiscale. Il Consiglio di Stato nel 2016 respinge le richieste di Bankitalia, ma nel frattampo, nel 2015, Mediolanum viene incorporata dalla sua società figlia Banca Mediolanum. Berlusconi acquisisce in questo modo diritti di voto e quella partecipazione qualificata che la Bce nel 2016 chiede di eliminare, ma si tratta di un diritto già acquisito, non nuovo, ottenuto nel 2015.
E’ qui che la Bce ha sbagliato. Berlusconi “ha soltanto conservato una partecipazione qualificata che era stata acquisita ben prima, a una data in cui le disposizioni di diritto dell’Unione applicate dalla Bce non erano ancora state recepite nell’ordinamento italiano”. Poiché tali disposizioni “sono prive di efficacia retroattiva”, ne deriva che la Bce “non poteva legittimamente opporsi alla detenzione di una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum da parte di Silvio Berlusconi.