Bruxelles – Un riconoscimento per l’Italia o una vittoria del governo conservatore di Giorgia Meloni. O tutte e due, o nessuna delle due. La politica italiana a Bruxelles si divide sulla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega alle Riforme e alla Coesione. Esultano i partiti di governo, le delegazioni di Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra non ci stanno. Il capodelegazione dem, Nicola Zingaretti, lancia un appello al fedelissimo di Meloni: “Si liberi dalla retorica anti europeista del governo che lo ha indicato”.
L’ingresso di Fitto nella cerchia dei sei vicepresidenti esecutivi designati da von der Leyen tiene banco da settimane. Per la prima volta, un esponente di un partito di destra radicale siede in un ruolo apicale dell’esecutivo europeo. Per altro Fratelli d’Italia non ha sostenuto la rielezione della popolare tedesca alla guida della Commissione europea, e il gruppo di cui fa parte all’Eurocamera – i Conservatori e Riformisti europei – sono rimasti fuori dalla maggioranza composta, ancora una volta, da popolari, socialdemocratici e liberali. Con il supporto esterno dei Verdi.
Alla fine, nonostante gli avvertimenti dei tre gruppi progressisti della maggioranza Ue (S&d, Renew e Greens), von der Leyen ha confermato le indiscrezioni che volevano Fitto vicepresidente esecutivo. Ridimensionandone però le deleghe, almeno in parte: Fitto non eredita il portafoglio economico da Paolo Gentiloni, ma sarà responsabile delle Riforme e della politiche di Coesione. E vigilerà sulla messa a terrà del Pnrr negli Stati membri, insieme al commissario per gli Affari economici, Valdis Dombrovskis. “Ci avvarremo della sua vasta esperienza per contribuire a modernizzare e rafforzare le nostre politiche di coesione, investimenti e crescita”, ha affermato von der Leyen presentando il Collegio al Parlamento europeo di Strasburgo.
Esulta la destra, Procaccini all’opposizione: “No ideologie, sostenere candidatura italiana”
Al settimo cielo Nicola Procaccini, eurodeputato di Fratelli d’Italia e copresidente di Ecr – ruolo che fu proprio di Fitto -: “L’indicazione di Raffaele Fitto ci inorgoglisce, lo dico innanzitutto come italiano, perché l’Italia non aveva un vice presidente nella scorsa legislatura, nella scorsa stagione europea, ce l’ha oggi”, ha immediatamente rivendicato Procaccini a margine della presentazione delle deleghe. Rivolto ai partiti di opposizione, ha poi aggiunto: “Mi auguro che anche i colleghi di altre visioni politiche possano convergere nel sostenere una candidatura autorevole come quella di Raffaele Fitto, che non è soltanto una candidatura conservatrice o di Fratelli d’Italia, è una candidatura italiana“.
Dello stesso tenore il commento di Fulvio Martusciello, capodelegazione di Forza Italia a Bruxelles, secondo cui la nomina di Fitto è “un riconoscimento che rafforza il ruolo dell’Italia in Europa“. Ma anche un premio per “l’impegno del nostro governo e il lavoro determinante di Forza Italia e del Partito popolare europeo”. Più contenuta l’esultanza della Lega, che in un post su X ha commentato “l’ottima notizia per l’Italia”, dicendosi certa che Fitto “saprà difendere al meglio gli interesse del nostro Paese”.
M5S e AVS contro la vicepresidenza a Fitto, Tridico: “Un pugno di mosche”
Le delegazioni europee di Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra si sono invece scagliate contro la scelta di von der Leyen, cercando di ridimensionare la presunta vittoria tricolore. Pasquale Tridico, capodelegazione dei pentastellati, l’ha definita “un pugno di mosche”, sottolineando che “l’Italia avrà un distintivo da sfoggiare – la vicepresidenza esecutiva – ma ottiene deleghe che nel precedente mandato di Ursula Von der Leyen erano state assegnate a un Paese piccolo e non fondatore dell’Ue come il Portogallo“. Mentre gli eurodeputati di AVS, che al Parlamento europeo sono divisi tra i Verdi e la Sinistra europea, in una nota congiunta hanno definito “del tutto inaccettabile l’attribuzione di incarichi di particolare rilievo a rappresentanti di governi sovranisti che ostacolano ogni progetto di integrazione europea e sono subalterni a logiche di guerre e corse agli armamenti”. I sei di Alleanza Verdi e Sinistra, e il loro leader in Italia, Angelo Bonelli, mettono in dubbio anche le competenze di Fitto, “un ministro che in Italia ha gestito in modo del tutto inadeguato i fondi del Pnrr e ha sostenuto l’autonomia differenziata che nega ogni principio di coesione sociale”.
Tra i banchi dell’opposizione – ma delegazione più numerosa dei socialdemocratici, colonna portante della maggioranza Ursula 2.0 – il Partito Democratico è sicuramente il più diplomatico. Nicola Zingaretti ha constatato amaramente la nascita di una “Commissione conservatrice specchio dei governi europei di questo momento”, chiedendo parallelamente a Fitto di “liberarsi dalla retorica anti europeista del governo che lo ha indicato”. Da Camilla Laureti, eurodeputata dem e vicepresidente di S&d, l’avvertimento: “Ascolteremo con attenzione Fitto durante le audizioni perché sicuramente la posizione assunta dal suo gruppo fino ad ora non è andata in direzione di quel rafforzamento dell’Unione che può garantire anche gli interessi dell’Italia”.