Bruxelles – La saga della vicepresidenza “fantasma” del gruppo dei Patrioti per l’Europa a Roberto Vannacci, eurodeputato campione di preferenze del Carroccio, potrebbe finalmente essere giunta ad una conclusione. Che però, se è realmente definitiva, non farà troppo piacere in casa Lega.
L’ex Folgore “non è più vicepresidente del gruppo” di estrema destra “perché le sue funzioni sono per il momento sospese“: è la dichiarazione, lapidaria, di Jean-Paul Garraud, capodelegazione del Rassemblement national all’Eurocamera. Che sembra inchiodare tanto Vannacci quanto il segretario federale del suo partito, Matteo Salvini, che proprio su Vannacci aveva scommesso alle scorse europee.
Non senza una certa ironia, la tegola sul Carroccio è caduta proprio ai margini di un evento organizzato dal gruppo dei Patrioti per l’Europa (uno dei tre in cui è divisa la destra radicale a Strasburgo) per difendere l’operato del vicepremier leghista nel contesto del “caso Open Arms” riaperto recentemente dalla procura di Palermo.
Il diretto interessato ha detto di non saperne nulla: “Sino a due giorni fa risultavo vicepresidente, nessuno mi ha detto nulla. Devo vedere sul sito. Contano i documenti ufficiali, io non ho ricevuto nulla di ufficiale a riguardo. Sino a due giorni fa sul sito ero riportato come vice presidente, ora non lo so“, le parole di Vannacci ai cronisti. Che ha poi aggiunto: “È un problema solo per voi questo, io non devo rispondere ai problemi della stampa“. Sul sito del gruppo, nel frattempo, il suo nome non figura più tra quelli dei vicepresidenti.
Il suo incarico era stato messo in dubbio lo scorso luglio quando i lepenisti (che, con 30 deputati, costituiscono la pattuglia più nutrita del gruppo) avevano sostenuto di aver votato Vannacci “per sbaglio”. In palese contrasto con quanto ricostruito dal capodelegazione leghista Paolo Borchia, secondo il quale, invece, il generale sarebbe stato “eletto per acclamazione“. Il mistero era rimasto irrisolto fino ad ora, e parrebbe infine essere stato sciolto. Ma non è detta l’ultima parola.