Bruxelles – Fulmine a ciel sereno questa mattina (16 settembre) nella capitale Ue. Con una lettera a Ursula von der Leyen, resa pubblica sul suo account X, il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, ha rassegnato le proprie dimissioni con effetto immediato. Breton – che era anche il candidato commissario europeo per la Francia nel prossimo Collegio – ha accusato la leader Ue di aver chiesto a Parigi di ritirare il suo nome “per motivi personali”.
A questo punto, è sempre più improbabile che von der Leyen possa – domani 17 settembre – presentarsi alla riunione prevista a Strasburgo con i capigruppo del Parlamento europeo munita della lista con i 26 nomi dei candidati commissari e i relativi portafogli a loro assegnati. Anzi, la leader Ue appare in difficoltà su più fronti – dal rischio di perdere il sostegno di socialisti, liberali e verdi al caso di Marta Kos in Slovenia – e il modo con cui ha lasciato Breton rischia di avere degli strascichi.
“Pochi giorni fa, nell’ultimissima fase dei negoziati sulla composizione del futuro Collegio, lei ha chiesto alla Francia di ritirare il mio nome – per motivi personali che in nessun caso ha discusso direttamente con me – e ha offerto, come contropartita politica, un portafoglio presumibilmente più influente per la Francia nel futuro Collegio”, ha rivelato il liberale francese. Così come già avvenuto con Romania – che ha sostituito la nomina di Victor Negrescu con quella di Roxana Mînzatu – e con la Slovenia – in cui è sta diventando un caso nazionale la designazione di Marta Kos -, anche la Francia ha dunque subito pressioni da parte della presidente della Commissione europea ripensare la propria candidatura al Collegio. Ed ha evidentemente ceduto, nonostante, secondo quanto rivelato da Die Welt, in un primo momento von der Leyen sembrava già orientata a affidare alla Francia una vicepresidenza esecutiva con delega all’industria e all’economia strategica.
“Ora vi verrà proposto un altro candidato”, ha confermato Breton, prima di rivendicare di aver “lottato incessantemente per sostenere e promuovere il bene comune europeo, al di sopra degli interessi nazionali e di partito”. Prima di chiudere la lettera, l’attacco piccato a von der Leyen: “Alla luce di questi ultimi sviluppi – ulteriore testimonianza di una governance discutibile – devo concludere che non posso più esercitare le mie funzioni nel Collegio”.
I would like to express my deepest gratitude to my colleagues in the College, Commission services, MEPs, Member States, and my team.
Together, we have worked tirelessly to advance an ambitious EU agenda.
It has been an honour & privilege to serve the common European interest pic.twitter.com/wQ4eeHUnYu
— Thierry Breton (@ThierryBreton) September 16, 2024