Bruxelles – Nei primi otto mesi di questo anno, secondo i dati preliminari rilevati da Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, è sceso del 39 per cento il numero di attraversamenti irregolari delle frontiere esterne dell’Ue.
La percentuale mostra una diminuzione anche rispetto ai dati preliminari di luglio, con differenze sostanziali per quanto riguarda le diverse rotte.
Nella rotta del Mediterraneo centrale, che rimane “la rotta più attiva verso l’Ue”, si rileva una decrescita del 64 per cento nel periodo gennaio-agosto, attestandosi a 41.250 sbarchi. La spiegazione di Frontex è che il calo sia dovuto alle misure preventive adottate dalle autorità tunisine, libiche e turche e, probabilmente, anche agli accordi firmati dall’Ue e dai singoli Stati membri con i principali paesi di ultima partenza.
Differente la situazione per il Mediterraneo orientale, che registra un aumento del 39 per cento. Cambiano anche i mezzi impiegati dalle reti criminali: “utilizzano sempre più spesso motoscafi per raggiungere le isole greche, che sono più difficili da rilevare rispetto ai gommoni”. Altra rotta in cui si nota una sostanziale diminuzione del 77 per cento è quella dei Balcani occidentali, dove il numero degli sbarchi rilevati è di 14.669.
Si rilevano dei forti aumenti invece sulle frontiere terrestri orientali, aumentando del 193 per cento fino a raggiungere circa 11.270 sbarchi, e sulla rotta dell’Africa, con un numero senza precedenti di rilevamenti. Alla fine di agosto, secondo i dati di Frontex, il numero totale di arrivi era superiore a 25.500, con un aumento del 123 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Sulla rotta della Manica, dove all’inizio di settembre si è verificato un naufragio, il numero di rilevamenti nei primi otto mesi del 2024 è aumentato del 13 per cento.