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    Home » Economia » Parigi continua a mettersi di traverso sull’accordo di libero scambio Ue-Mercosur

    Parigi continua a mettersi di traverso sull’accordo di libero scambio Ue-Mercosur

    Il cambio della guardia a palazzo Matignon non cambia l'opposizione francese al trattato tra i blocchi commerciali del Vecchio continente e del Sudamerica, che continua a incentrarsi sulla reciprocità degli standard da rispettare per le parti. Alcuni Paesi Ue spingono per chiudere l'accordo, ma la formazione una minoranza di blocco potrebbe far saltare il banco

    Francesco Bortoletto</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/bortoletto_f" target="_blank">bortoletto_f</a> di Francesco Bortoletto bortoletto_f
    13 Settembre 2024
    in Economia
    Il premier francese Michel Barnier (foto: Etienne Ansotte via Imagoeconomica)

    Il premier francese Michel Barnier (foto: Etienne Ansotte via Imagoeconomica)

    Bruxelles – Anche con un nuovo primo ministro, la Francia continuerà a fare ostruzionismo per impedire che decolli l’accordo di libero scambio tra l’Ue e il Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale, di fatto in stallo da un quarto di secolo. Michel Barnier, il conservatore messo dal presidente Emmanuel Macron a capo dell’esecutivo transalpino, punta a costruire una minoranza di blocco al Consiglio. E potrebbe riuscirci, con buona pace di chi spera di concludere le trattative nei prossimi mesi. 

    Sono passati 25 anni da quando, nel lontano 1999, sono state avviate le trattative per stipulare l’accordo commerciale tra due dei più grossi blocchi economici del mondo, l’Unione europea e il Mercosur – acronimo spagnolo che sta per “Mercato comune del sud” e che designa un’area di libero scambio creata nel 1991 in Sudamerica, di cui fanno parte Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay e Uruguay (il Venezuela è stato sospeso nel 2016) e a cui sono associati anche gli altri Stati dell’area (Cile, Colombia, Ecuador e Perù). 

    Dopo negoziati particolarmente complessi durati due decenni, l’accordo era stato concluso in linea di principio nel giugno 2019, ma la sua ratifica (per cui serve un voto all’unanimità in Consiglio e il via libera dei parlamenti nazionali dei Ventisette) è in naftalina da allora per l’opposizione sia di alcuni Paesi europei sia dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Se entrasse in vigore, coinvolgerebbe oltre 780 milioni di consumatori sulle due sponde dell’Atlantico e farebbe sparire circa il 93 per cento delle tariffe doganali imposte da Bruxelles.

    Ma non sembra che l’accordo potrà partire tanto presto, quantomeno non nella sua formulazione attuale. Qualcuno sperava che potesse arrivare una svolta entro il prossimo 18-19 novembre, quando si terrà il summit del G20 a Rio de Janeiro. E invece, almeno stando a quanto dichiarato nei giorni scorsi dal deputato dell’Assemblée nationale Pascal Lecamp (il cui partito, MoDem, fa parte della coalizione liberale che sostiene Macron), tanto il premier quanto il presidente francesi “sono favorevoli a trovare una minoranza di blocco per impedire la firma del trattato“. Con una minoranza di blocco, il Consiglio potrebbe infatti revocare il mandato negoziale conferito alla Commissione europea. 

    Impedire che si proceda con la stipula costituirebbe “una priorità” per Barnier, che secondo Lecamp sarebbe “molto attaccato alle clausole specchio“, cioè delle norme che vincolerebbero i Paesi partecipanti al Mercosur ai medesimi standard ambientali e sociali cui sono sottoposti gli Stati membri dell’Ue. Insomma, senza delle regole sulla reciprocità degli impegni in questione, su cui Parigi insiste da tempo, la firma della Francia è praticamente impossibile. Nelle parole di Antoine Vermorel-Marques, deputato dei Républicains (il partito conservatore di Barnier), l’accordo è “bloccato a doppia mandata”. 

    L’opposizione del governo d’Oltralpe non è certo nuova, ma la stessa Commissione Ue aveva recentemente rallentato sull’accordo per venire incontro alle rivendicazioni degli agricoltori che avevano organizzato una serie di proteste in tutta Europa nei primi mesi dell’anno. A inizio settembre, però, un gruppo di 11 Paesi membri (tra cui Germania e Spagna) ha inviato una lettera all’esecutivo comunitario chiedendo di premere sull’acceleratore. La scorsa settimana, il governo brasiliano ha dichiarato di aver compiuto “significativi progressi” nei negoziati con le controparti europee e si è detto fiducioso che un accordo possa essere raggiunto entro la fine dell’anno. Ma potrebbe aver cantato vittoria troppo presto.

    Tags: franciamercosur

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